Sabato 6 agosto, alle 00.15 (dal giorno successivo anche su raiplay), RAI 1 rinnova l’appuntamento con “Le vie dell’Amicizia” di Ravenna Festival – una collaborazione ininterrotta che risale alla nascita del progetto – trasmettendo il concerto che Riccardo Muti ha diretto lo scorso 14 luglio presso il Santuario Pontificio della Santa Casa di Loreto. La cittadina marchigiana è stata infatti l’ultima tappa del progetto del Festival che dal 1997 visita luoghi simbolo della storia antica e contemporanea e che quest’anno ha unito, sulle orme dei devoti che da secoli trovano conforto e speranza nella preghiera, i santuari mariani di Lourdes e Loreto in un doppio pellegrinaggio, dedicato alla Madre, immagine di tutte le madri.
Alla guida della sua Orchestra Cherubini e di un Coro di artisti italiani e ucraini (ai Cori Cherubini e Cremona Antiqua, preparati da Antonio Greco, si è unito il Coro del Teatro dell’Opera Nazionale d’Ucraina “Taras Shevchenko” diretto da Bogdan Plish), Riccardo Muti si è fatto portatore ancora una volta del messaggio universale di pace e di speranza che solo la musica può esprimere. “La pandemia – ha sottolineato infatti il maestro – ci ha resi ancora più consapevoli della nostra fragilità, dell’universalità dell’esperienza del dolore. Ma la sofferenza non è il solo linguaggio che non conosce confini. La musica supera tutte le diversità di cultura, lingua e religione e ancora una volta può farsi ambasciatrice di pace e solidarietà”. Un messaggio che passa attraverso i quadri solenni eppure di trasparente semplicità del Magnificat di Vivaldi affidati alle voci di Arianna Vendittelli e Margherita Sala, eppoi nella tensione che pervade ogni nota dei Pezzi Sacri di Verdi, Stabat Mater e Te Deum. E ancora nella lievità danzante del Concerto per corno K412 di Mozart, esaltata dal talento di un solista come Felix Klieser, miracolo della tenacia e della volontà (privo delle braccia si è conquistato il successo internazionale suonando con gli arti inferiori). Ma che si condensa anche nelle voci evocative del Coro del Teatro nazionale di Kiev (che dopo aver trovato per alcuni mesi rifugio di vita e artistico a Ravenna è rientrato in Ucraina nei giorni scorsi) come in quelle esili e toccanti di una madre e una figlia imploranti la salvezza nella Preghiera alla Beata Vergine della compositrice ucraina Hanna Havrylec’, scomparsa a febbraio. Poi anche in quella più cruda e acuta di un cantore della tradizione basca come Beñat Achiary. Un mosaico di voci e culture che si intrecciano per sfociare in quel miracolo che è l’Ave Verum di Mozart, che i bambini del coro Vocincanto intonano dal sagrato della basilica di Loreto in un momento di raccoglimento e di commozione vera, per tutti.