“Sin dagli inizi della tristemente nota vicenda dei daini della pineta di Classe voci insistenti riferivano agli attivisti ed alle Associazioni che il reale motivo per cui le amministrazioni avevano deciso di trucidare questi animali era che distraessero i cani dei cacciatori. Affermazioni fatte sottovoce, da chi non poteva o voleva essere citato, ma sicuramente degne di considerazione.
E in effetti a pensar male… la verità viene sempre a galla!
Nella recente risposta ad interrogazione della consigliera regionale Giulia Gibertoni l’assessore Alessio Mammi lo mette nero su bianco: “Si conferma che i cani utilizzati nell’attività di caccia sono portati a seguire la pista odorosa del daino anziché quella della fauna stanziale; pertanto, ciò può costituire elemento di disturbo all’attività stessa”.
Non desiderano certo, le nostre istituzioni, impedire il divertimento sadico di qualche individuo armato che non trova modo migliore di passare il tempo che straziare animali! Ecco quindi delibere che citano danni all’agricoltura – che all’esame attento dei dati risultano pari a zero o poco più – , danni alla rete ferroviaria – per i quali non esiste nessun dato – incidenti stradali che la stessa Anas riferisce percentualmente molto bassi, e comunque evitabili con adeguati dissuasori, come già avvenuto in varie zone della nostra Regione. Perché scrivere in una delibera che i daini sono da ammazzare per poter permettere ai cacciatori di ammazzare altri animali, pare brutto.
In una Regione dove si accolgono in pompa magna mega eventi sui fragilissimi litorali, dove le eradicazioni di alberi secolari non si contano, dove la cultura ambientale è buona solo ad ammantare di verde e di blu i discorsi ufficiali, il riferimento ai presunti danni operati dai daini al sottobosco , quando mai viene presa in considerazione la devastazione continua compiuta dall’uomo, è una barzelletta che non fa ridere nessuno.
Nella stessa risposta si fa accenno a presunti atti vandalici compiuti alla rete a protezione della strada statale che costeggia il Parco. Atti vandalici che, riteniamo, potrebbero essere imputabili a un gatto, o a un colpo di vento, visto che a salvaguardia degli automobilisti sono state montate “retine da piselli”.
Ultima ma non meno importante, la conferma dell’intenzione di introdurre il cervo della Mesola nella pineta di Classe, per “fini conservativi”; ora, è noto che, essendo le due specie in competizione per il cibo su uno stesso territorio, questo significherebbe eliminare del tutto i daini (altro che mantenerli in vita come vuole far credere la Regione! Peraltro, impresa difficile in zone di caccia o allevamenti dove i nostri amministratori li hanno destinati).
Quindi, lo spostamento del cervo della Mesola non sarebbe che un’ulteriore scusa per massacrare a piacimento i daini, che al momento non sono in competizione con alcun cervide; il che, oltre a farci comprendere come per i nostri amministratori gli animali non siano altro che figurine da spostare a piacimento, prospetta uno scenario di percolo anche per i lupi, che troverebbero nella nuova specie da “proteggere” l’unica risorsa trofica, ma pure per il cervo stesso, sicuro prossimo bersaglio delle associazioni di agricoltori e dei cacciatori, i cui cani verrebbero nuovamente distratti.
Ma c’è una novità: i cittadini, grazie anche al lavoro di informazione delle Associazioni, stanno aprendo gli occhi e non credono più alle promesse e ai trucchi dei nostri governanti. Per rispondere alle richieste sempre più pressanti di salvare la vita a questi animali innocenti, sabato 30 luglio partirà a Ravenna una raccolta firme cartacea promossa dalla Rete a tutela dei daini. Appuntamento quindi sabato dalle 9,30 alle 12,00 in piazza del mercato lato Questura , mentre il 4 agosto pomeriggio ci troverete a Lido di Classe all’Arena del Sole.”
C.L.A.M.A Ravenna
Italia nostra sezione Ravenna