“Dobbiamo ringraziare ancora una volta i Vigili del Fuoco e i volontari se l’incendio nella Pineta Ramazzotti, è stato fortunatamente domato prima che provocasse danni irreparabili.
In ogni caso questo nuovo episodio, che riporta in vita fantasmi che credevamo scacciati, pone interrogativi inquietanti. Il primo la coincidenza: sono da poco passati 10 anni dal devastante incendio che distrusse circa 65 ettari di pineta.
Il secondo: qualcuno, per dolo o per colpa, ha potuto operare indisturbato in un’area di riserva integrale. Non è necessario essere dei fanatici “ambientalisti militanti” per capire l’importanza del patrimonio pinetale negli equilibri di un sistema costiero delicato e complesso.
E proprio per l’importanza degli equilibri sorge da sé una riflessione: vale a dire che determinati luoghi come questo della pineta Ramazzotti a Lido di Dante, sono incompatibili con una “pressione antropica” come usano dire i puristi del linguaggio, che ogni anno aumenta producendo squilibri e danni più o meno consistenti ma in ogni caso incompatibili con la vita dell’ecosistema.
Un’altra riflessione porta alle norme che vanno fatte rispettare con costanza e fermezza. Infatti non c’è niente di più dannoso per la credibilità delle istituzioni e per l’affermazione della cultura della legalità di norme che non si è in grado di far rispettare.
I Carabinieri Forestali fanno quanto è nelle loro possibilità per tutelare un unicum ambientale che è uno dei più belli del paese. In questo senso la stessa interdizione alla fruizione dei siti fino al 15 agosto va nella direzione giusta, ma evidentemente questo da solo non basta.
Io non credo che dietro questi episodi si nascondano piani speculativi orditi per chissà quali interessi, anche se a pensar male come diceva qualcuno non sempre si fa peccato.
Tuttavia credo che sia ora di pensare seriamente a misure fattive che impediscano le presenze improprie in un’area che non deve essere frequentata se non per scopi scientifici, didattici, culturali e ambientali.”