Nonostante lo stop a due delle quattro pompe idrovore che, all’impianto di Palantone – nel Comune di Bondeno, FE – derivano l’acqua dal Po per garantirla al settore idropotabile, industriale e al comparto agricolo il CER-Canale Emiliano-Romagnolo continuerà ad erogare la necessaria risorsa – pur con l’impianto in sofferenza e a ridosso della soglia di blocco – sia per fini irrigui che per gli usi plurimi, finché permarrà disponibilità di acqua e finché sarà possibile derivarla, sempre adempiendo ai suggerimenti pervenuti dall’Osservatorio sulle Crisi idriche dell’Autorità distrettuale del fiume Po e seguitando nel rispetto dei dettami della Regione Emilia-Romagna.
“Il livello attuale a Palantone è di 2,33 metri s.l.m e dato che già da diverse settimane stiamo operando a circa un terzo della nostra concessione per la derivazione della risorsa idrica e – sottolinea la direttrice generale del CER, Raffaella Zucaro – in previsione di probabili nuove richieste di riduzione abbiamo studiato, in concertazione con i nostri uffici tecnici, le possibili modalità per poter continuare a fornire l’acqua anche in condizioni più drastiche come, eventualmente, provare a riaccendere la pompa precedentemente spenta, prima di bloccare l’intero funzionamento dell’impianto di prelievo”. Una manovra, questa, che – anche qualora i livelli dovessero ulteriormente abbassarsi di qualche centimetro – potrebbe risultare capillare e salvifica poiché consentirebbe probabilmente di “resistere” ancora quella necessaria settimana per portare a maturazione il secondo picco di prodotti agricoli che necessitano di acqua.
L’evoluzione dello stato di criticità idroclimatica – che, dall’inverno ad oggi, ha mostrato una tendenza negativa nel bacino Padano – è sfociata in una siccità endemica che sta interessando anche il comprensorio gestito dal Canale Emiliano-Romagnolo, lasciando corpi idrici superficiali e sotto-superficiali poveri d’acqua. Dalle analisi preliminari elaborate dai ricercatori di Acqua Campus, polo tecno-scientifico del CER, si rileva come alcune tra le colture-chiave per il territorio regionale siano in sofferenza a causa della scarsità idrica. L’assenza di acqua può causare infatti pesanti stress fisiologici ai raccolti causando ripercussioni a quelle colture che, non potendo contare sulla risalita capillare dalle falde freatiche, né delle acque meteoriche, cadute in maniera insufficiente, vanno inevitabilmente in sofferenza.
“In una situazione critica come questa stiamo continuando a fornire l’acqua al comparto agricolo della Romagna e dell’Emilia orientale che, proprio in questi giorni, vede giungere a maturazione il ciclo colturale di diversi prodotti tipici del territorio e della stagionalità – sottolinea il presidente del CER, Nicola Dalmonte – . L’intero ente sta profondendo il massimo impegno affinché sia scongiurato ogni rischio di stoppare i prelievi dall’oggi al domani: l’irrigazione di precisione e i sistemi anti-spreco studiati dai nostri ricercatori, sempre all’avanguardia nella ricerca di nuove e più performanti soluzioni, ci aiutano a razionare ogni goccia d’acqua in favore dell’agricoltura che necessita dell’apporto di risorsa”.