“Il 28 di luglio, come noto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà nella nostra città per il 100° dell’assalto squadrista alla sede della Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna.
Tutti i consiglieri comunali, già nelle scorse settimane, sono stati invitati a partecipare alla cerimonia che si svolgerà presso il teatro Alighieri, prenotando per tempo via mail, giustamente direi, dato che il loro ruolo è ormai il solo che mantenga una rappresentanza democratica diretta, trattandosi degli ultimi soggetti direttamente eletti dai cittadini.
Nei giorni scorsi però la sorpresa: in sede di conferenza dei capigruppo (l’organo chiamato ad organizzare i lavori del consiglio comunale) il presidente del consiglio annuncia che “al fine di favorire la partecipazione della maggioranza dei consiglieri possibili il giorno 28 sarà convocato un consiglio comunale straordinario proprio in contemporanea all’incontro con il presidente della Repubblica”.
Fin qui nulla di strano, quanto meno nelle premesse, dato il rispetto istituzionale che è dovuto alla figura ed al ruolo che il presidente della repubblica rappresenta, forse non tutti sanno però che se la convocazione di un consiglio straordinario sortisce l’effetto di concedere il diritto del singolo consigliere a partecipare senza la necessità di prendere ferie (se dipendente) genera al contempo un costo, a carico della collettività non proprio banale, che è di diverse migliaia di euro.
I consiglieri comunali ricevono infatti un gettone di presenza pari a circa 70 euro lordi che moltiplicato per 32 fa un importo di oltre 2000 euro, ai quali vanno però aggiunti gli importi che il comune è tenuto a rimborsare ai datori di lavoro che hanno dovuto di volta in volta “rinunciare” all’apporto lavorativo del proprio dipendente, somme che fanno lievitare sensibilmente il costo di ogni singola seduta fino ad arrivare a diverse migliaia di euro.
Il punto è che molti di noi avevano già aderito, senza la necessità di avere un gettone, senza la necessità di ottenere un giorno di permesso e senza che la comunità ravennate dovesse sostenere costi, per il puro rispetto dell’istituzione che ognuno riconosce al presidente della Repubblica, prendendo ferie (se necessario) o rinunciando a qualche ora del proprio lavoro.
Abbiamo provato, insieme ad alcuni colleghi, a sollevare la questione, segnalando il fatto che i consiglieri che avevano deciso di partecipare avevano già aderito, rinunciando giustamente e volentieri ad un giorno di lavoro per onorare questo importante impegno istituzionale, e la convocazione di un consiglio (di fatto fittizio, da tenersi dentro il teatro Alighieri, con all’ordine del giorno il solo incontro col capo dello stato…) avrebbe rappresentato un costo inutile a carico della comunità in un momento in cui la politica è forse al punto più basso della sua popolarità, mentre così spesso si ragiona di risparmio a tutti i livelli.
Niente da fare: il consiglio verrà convocato e mentre la maggior parte dei consiglieri avrebbero comunque presenziato alla manifestazione la comunità ravennate sosterrà questo inutile costo in nome di una scelta ceca, ostinata e puntigliosa, peraltro giustificata dai banchi della maggioranza unicamente da un assurdo “ma si è fatto così anche in passato” senza ulteriori motivazioni.
Noi evidentemente saremo all’incontro con il presidente della Repubblica ma abbiamo deciso di destinare questo gettone in beneficenza (non potendo rinunciare ad averlo), ora sarebbe davvero interessante sapere cosa pensano i nostri concittadini di questa scellerata scelta.”