“Il conflitto russo-ucraino, lo scenario inflattivo, ormai arrivato al tasso dell’8%, l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, stanno modificando le abitudini di consumo degli italiani e ciò sta determinando una leggera diminuzione delle vendite dei prodotti biologici”.
Lo ha detto il sottosegretario al Mipaaf Francesco Battistoni commentando i dati sull’impatto dell’inflazione sui consumi dei prodotti biologici dell’Osservatorio Sana a cura di Nomisma.
Dopo un biennio 2020-21 segnato da una forte crescita in cui l’Italia si è confermata leader europea per superficie coltivata a bio (16,6%, con oltre due milioni di ettari, primato conservato anche quest’anno), i primi cinque mesi del 2022 hanno registrato una flessione delle vendite a valore biologico in grande distribuzione pari allo 0,5% e un totale vendite Omnichannel nel mercato di 1,939 miliardi. Scenari simili si sono verificati anche in altri paesi europei come Francia e Germania. “I dati dell’Osservatorio Sana confermano che anche il biologico sta risentendo della contrazione generale dei consumi”, ha detto la presidente FederBio Maria Grazia Mammuccini. “Il nostro Paese – ha concluso – continua ad essere leader del bio, con il maggior numero di produttori e una percentuale di superficie coltivata a bio del 16,6%, circa il doppio della media europea. Adesso il Governo, con il Piano strategico nazionale, punta a raggiungere l’obiettivo del 25% di terreni agricoli coltivati a biologico al 2027 e in questo scenario è fondamentale che i consumi di alimenti biologici tornino a crescere”. (ANSA).