La drammatica crisi idrica di quest’anno ha evidenziato la fragilità della fonte di approvvigionamento irriguo pressoché esclusiva dell’ambito di pianura: il fiume Po. In passato, la disponibilità di risorsa idrica nel Po era considerata una condizione acquisita. Di norma, infatti, l’inizio della stagione siccitosa coincideva con il periodo dello scioglimento del manto nevoso nei versanti alpini nord-occidentali, ricadenti nel bacino imbrifero del Po. La mancanza di apporto dalle piogge veniva così compensata dagli afflussi generati dallo scioglimento dei nevai. Si stimava, inoltre, che il Po potesse contare su afflussi abbastanza costanti, derivanti dall’affioramento dell’acqua di falda. Quest’anno si è dovuto far fronte a una concomitanza di condizioni eccezionali, quali la prolungata siccità invernale e il manifestarsi sin dal periodo tardo primaverile di persistenti fenomeni anticiclonici di matrice africana, causa di temperature ben superiori alla media del periodo, oltre che di assenza di piogge. Tutto ciò ha fortemente minato le certezze del passato.
Se si assume che l’andamento meteorologico del 2022 andrà a consolidarsi nei prossimi anni, l’unica infrastruttura che può prevenire l’insorgere dei problemi che si stanno verificando in queste settimane è l’invaso, ovvero un’opera in grado di captare l’acqua dei corpi idrici (fiumi, torrenti) quando la loro portata è abbondante, evitando così la dispersione a mare, e di conservarla per il successivo utilizzo in periodi di assenza o scarsità di precipitazioni.
Con i fondi del PNRR sono stati attivati finora due canali di finanziamento per i consorzi: uno di competenza del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) e uno di competenza del Ministero delle Infrastrutture Trasporti e Mobilità Sostenibile (MIMS).
Le regole del finanziamento del Ministero delle Politiche Agricole hanno espressamente escluso gli invasi dalle tipologie di opere beneficiarie. Pertanto, i consorzi hanno dovuto presentare nei tempi strettissimi concessi progetti di infrastrutture diverse dagli invasi. Nello specifico, il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale ha presentato due progetti per l’efficientamento della distribuzione irrigua mediante reti di condotte interrate in pressione. Un progetto, dell’importo di 14,8 milioni di euro, riguarda l’ammodernamento e l’adeguamento funzionale degli impianti di distribuzione irrigua in pressione denominati Selice e Tarabina nei Comuni di Conselice e Argenta. L’altro progetto, dell’importo di 14,2 milioni di euro, riguarda la realizzazione di reti di condotte di distribuzione in pressione nelle aree Selice Nord e Selice Ovest, tra i il Sillaro e il Santerno nei Comuni di Imola e Massa Lombarda.
Le regole del finanziamento del MIMS hanno, invece, incluso gli invasi tra le tipologie di opere beneficiarie. Il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale ha quindi presentato un progetto per la realizzazione di bacini di accumulo e reti distributive in pressione nel comparto idraulico Fosso Vecchio, tra Senio e Lamone, nei Comuni di Cotignola, Bagnacavallo e Alfonsine. Oltre all’accumulo della risorsa idrica, le opere progettate perseguono l’obiettivo di realizzare reti irrigue indipendenti dai canali di bonifica a cielo aperto. Il progetto ha per ora – precisazione doverosa in tempi di inflazione galoppante – un importo di circa 57,5 milioni di euro. In considerazione dei limiti del finanziamento disponibile, è stato predisposto un primo stralcio dell’importo di circa 40,5 milioni di euro, di cui 37 milioni a carico dello Stato e circa 3,5 milioni a carico degli imprenditori agricoli aderenti all’iniziativa.
Altre infrastrutture già realizzate o in corso di costruzione sono gli invasi irrigui interaziendali. Nel corso del tempo, grazie ai fondi del PSR regionale dell’Emilia-Romagna, sono stati attuati ben 27 interventi di invasi irrigui interaziendali nel territorio pedecollinare e collinare, nelle vallate del Marzeno, del Lamone, del Senio e del Santerno. Altri 3 invasi sono ora in corso di realizzazione nella vallata del Lamone. Ad avvenuta ultimazione dei lavori, il volume complessivo di accumulo disponibile sarà di 3,5 milioni di metri cubi (già ora sono 2,75 milioni di metri cubi), a beneficio di circa 800 aziende agricole in un areale di 3.200 ettari. Le condotte di distribuzione in derivazione dagli invasi irrigui interaziendali hanno uno sviluppo di 370 km. Il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale è già attivo per predisporre altri progetti analoghi da candidare ai prossimi bandi del PSR regionale dedicati a questa misura. Sempre con i fondi del PSR regionale, nell’ambito di pianura, sono in corso di realizzazione i lavori di distribuzione irrigua nel territorio compreso tra Lugo e Fusignano, denominato Via Pero.
«Sempre più la progettazione di infrastrutture irrigue da parte dei consorzi dovrà prevedere la costruzione di volumi di invaso. Ciò presuppone, tuttavia, che la programmazione dei finanziamenti da parte dello Stato o della Regione vada nella stessa direzione, altrimenti gli sforzi dei consorzi non porteranno a risultati utili significativi per i consorziati», sottolinea il Presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, Antonio Vincenzi.