Quella chitarra elettrica che le è stata messa fra le braccia a nove anni è stato un biglietto di sola andata. Destinazione? La musica. Quella musica che è come guardarsi allo specchio, quella che è grinta, rabbia, tenerezza. Quella musica che è Carmen Consoli, la “cantantessa” la cui inconfondibile voce sa tessere mito e letteratura, storie personali e storie italiane, alternando una vena folk sincera e partecipata alla genuina voglia di misurarsi con le regole del pop e del rock, magari imbracciando una Fender Jaguar rosa confetto. Mercoledì 6 luglio, alle 21 al Pala De André, Carmen Consoli fa tappa a Ravenna Festival, accompagnata da sette eccezionali musicisti, per il suo tour Volevo far la rockstar, dal titolo dell’album lanciato lo scorso settembre, dove fra una lettera al figlio e una dedica al padre c’è spazio per cantare fallimenti, ipocrisie e speranze della nostra società. E se la prima parte del concerto – aperto da Giovanni Toscano con il suo singolo di debutto Stasera – ruota attorno al concept del sogno sotteso al nuovo disco, lo spettacolo si completa con altri due atti: l’uno destinato al repertorio più rock e l’altro ai grandi successi. L’appuntamento è possibile grazie al sostegno di Edilpiù.
Carmen Consoli andava dalle Orsoline e sognava le luci del palco mentre faceva merenda. Sognava di fare bolle enormi con le gomme rosa, bolle grandi quanto quelle che si fanno in America. È stata la prima artista italiana a calcare il palco dello Stadio Olimpico di Roma e la sola a partecipare in Etiopia alle celebrazioni per l’anniversario della scomparsa di Bob Marley. Ha inanellato tre sold out a New York e fondato una propria etichetta (Parole, poi diventata Narciso Records). È stata la prima donna a vincere la Targa Tenco per il Miglior album dell’anno (con Elettra, nel 2009). Ha introdotto nelle proprie canzoni il francese e l’arabo. Ha vinto il premio Amnesty Italia per la canzone Mio zio sugli abusi in famiglia ed è stata nominata Goodwill Ambassador dell’Unicef e Ambasciatrice del Telefono Rosa. Insomma, c’è sempre – per parafrasare il titolo di una delle canzoni del nuovo album – qualcosa di lei che non ti aspetti. O forse no, perché da un’artista e una donna come Carmen Consoli ti aspetti proprio tutto questo: tutte le conquiste, tutto l’impegno civile, l’ispirazione luminosa, una poesia che a volte è come una carezza, a volte come un coltello.
Dall’album precedente, L’abitudine di tornare, sono passati sei anni. Che, per le logiche del mercato, è un silenzio lunghissimo, potenzialmente dannoso. Non per la cantantessa, che può riallacciare tutti i fili musicali con il tocco lieve e persistente di chi, forse, non ha mai davvero smesso di fare musica – non l’abbiamo sentita, ma è sempre stata là, a viaggiare fra cuore e cervello di Carmen. E ora torna ad affiorare, in dieci tracce su cui si staglia subito Volevo fare la rockstar, miniatura siciliana che odora di lavagne e banchi di scuola, tra la vittoria ai mondiali e i morti delle stragi mafiose che, nello sguardo di bambina, sono uomini che si sono addormentati per strada. Scampoli di ricordi, fiabe e sogni affiorano in molte altre delle canzoni. E poi ci sono Mago Magone, ballata di un politico (il nome fatelo voi) che gioca sulle paure e sulle debolezze dell’elettorato per strappare consensi; la denuncia delle ideologie sovraniste ne L’uomo nero; conflitti, Terzo Mondo e cambiamento climatico in Qualcosa di me che non ti aspetti.
Nata a Catania, Carmen Consoli si avvicina alla musica con la guida del padre. A nove anni inizia a suonare la chitarra elettrica e a 14 è già in scena con una cover band di rock-blues. Dopo la prima partecipazione a Sanremo nel 1996, a lanciarla in orbita è Confusa e felice, il brano proposto sul palco dell’Ariston l’anno seguente. L’album omonimo è un successo immediato, con 120 mila copie vendute e tournée sold-out. L’estate del 2000 è dominata dal suo Parole di burro mentre L’ultimo bacio è il tema portante del film di Gabriele Muccino. Gli album si susseguono e così anche i riconoscimenti, senza dimenticare l’apprezzamento del pubblico d’oltreoceano e collaborazioni come quelle con Goran Bregović nella canzone guida della colonna sonora del film I giorni dell’abbandono di Roberto Faenza e con Franco Battiato per la canzone Marie ti amiamo con versi in arabo e francese. Per la sua etichetta Narciso ha sviluppato anche il progetto Malmaritate, un lavoro discografico e uno spettacolo con cui riflettere sulla violenza contro le donne.
Sul palcoscenico del Pala De André, si uniranno a Carmen Consoli le chitarre di Massimo Roccaforte, Elena Guerriero al pianoforte, Concetta Sapienza al clarinetto, Adriano Murania ed Emilia Belfiore ai violini, Marco Siniscalco al basso, Antonio Marra alla batteria.
Giovanni Toscano, classe ’96, è cantautore, scrittore e attore (al cinema ha esordito nel film di Paolo Virzì Notti magiche); il suo singolo d’esordio Stasera sarà lanciato proprio il 6 luglio a Ravenna, per poi aprire anche i concerti di Daniele Silvestri a Monopoli e di Max Gazzé a Grado, completando così un trittico di grandi della canzone d’autore italiana.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: da 25 a 35 Euro (ridotti da 22 a 32 Euro)