Trasformare le conoscenze sullo stato di salute del mare, comprendere e analizzare i cambiamenti climatici e gli effetti sull’ecosistema marino, trovare soluzioni avanzate per lo sviluppo sostenibile delle attività costiere.
Sono gli obiettivi del Centro Onu chiamato a coordinare le attività del Decennio delle Scienze del mare per lo sviluppo sostenibile (2021-2030), approvato dalla Commissione oceanografica intergovernativa dell’Unesco.
Ad ospitarlo all’interno del Tecnopolo sarà l’Università di Bologna, grazie a un finanziamento della Regione Emilia-Romagna di due milioni.
La notizia è stata data ieri nel corso dell’Ocean Decade Forum, la conferenza Onu dedicata agli oceani che si chiude oggi a Lisbona. L’Alma Mater aveva presentato la propria candidatura nel 2021.
Il centro – ‘Decade Collaborative Center-DCC Coastal Resilience’ – si concentrerà sui temi della resilienza delle coste ai cambiamenti climatici, sul miglioramento della comprensione dei processi che sottintendono ai mutamenti dello stato del mare, sulle connessioni multiple tra oceano e clima.
L’obiettivo è generare soluzioni che possano mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e favorire l’adattamento alle nuove condizioni. L’Università di Bologna sarà chiamata in particolare a coordinare una delle azioni Onu previste, il programma ‘CoastPredict: observing and predicting the global coastal ocean’, pensato per sostenere i Paesi nel raggiungimento dell’obiettivo 14 dell’Agenda ONU 2030 (“Conservare e utilizzare in modo durevole oceani, mari e risorse marine per uno sviluppo sostenibile”). Parteciperanno Arpae Emilia-Romagna, l’Ismar (Istituto di Scienze Marine) del Cnr e il Cmcc (Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici). (Ansa)