Domenica 3 luglio, alle 21 al Pala De André, per la Quinta Sinfonia di Čajkovskij e il Concerto per violino di Schumann
Un gigante del violino e uno del podio. Gidon Kremer e Christoph Eschenbach tornano a Ravenna per uno dei più attesi appuntamenti sinfonici di Ravenna Festival, in programma il 3 luglio alle 21 a Palazzo De André. Per l’occasione, l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, diretta da Eschenbach, eseguirà la Quinta Sinfonia di Čajkovskij, che sarà preceduta dal raro Concerto per violino e orchestra di Robert Schumann trascritto dall’originale Concerto per violoncello op. 129, un vertice assoluto del Romanticismo musicale, quasi mai ascoltato in questa versione, che invece permette di ascoltare agilità inedite dello strumento solista. In questo lavoro, scritto quasi di getto in appena due settimane, Schumann riversò uno dei suoi ultimi momenti di lucidità, prima che insorgessero i disturbi mentali che lo avrebbero portato alla follia e alla morte a soli 46 anni. La Quinta Sinfonia di Čajkovskij sembra fargli da controcanto, con tutto il suo slancio vitalistico che nel finale assume addirittura i contorni della vittoria del genio creativo sul Fato avverso. L’appuntamento è possibile grazie al sostegno del Gruppo Sapir.
Poche esperienze artistiche possono essere paragonate a quelle di Robert Schumann, uno dei protagonisti assoluti della musica europea dell’Ottocento, in veste sia di critico musicale che di innovativo compositore. Sebbene il pianoforte sia stato il riferimento del suo mondo poetico, da buon compositore romantico seppe interpretare la “lotta” tra solista e orchestra anche su altri strumenti. È così che nacquero brani di assoluta audacia come il Pezzo da Concerto per quattro corni solisti e orchestra, il Concerto per violino in Re minore e il Concerto per violoncello op. 129, da molti considerato come il suo grande capolavoro. Qui lo strumento solista si staglia su un’orchestra dalle sonorità morbide e di delicata malinconia, esponendo una linea di canto ininterrotta, quasi con l’urgenza di confessare le ultime volontà di fronte all’abisso della follia. La trascrizione per violino del Concerto per violoncello permette di ascoltare la “voce” di Schumann con uno dei massimi interpreti mondiali dell’archetto. Anche la Quinta Sinfonia (1888) rivela l’ansia di dimostrare che la creatività di Čajkovskij non si era esaurita, come confessò lo stesso compositore alla sua mecenate Nadezda von Meck (“l’illuminazione è scesa sul mio spirito”). Meno di tre mesi, infatti, gli bastarono per completare una sinfonia che per i suoi toni conclusivi, quasi liberatori, somiglia a un canto di vittoria della vita a spese del destino.
La vita di Christoph Eschenbach è cominciata nel segno della tragedia del secondo conflitto mondiale: il futuro pianista e direttore tedesco è nato infatti il 20 febbraio 1940 a Breslavia. Orfano di guerra, è cresciuto nello Schleswig-Holstein e ad Aquisgrana dal cugino di sua madre, il pianista Wallydore Eschenbach. Le sue lezioni gettarono le basi della sua prestigiosa carriera musicale, spianata dalla vittoria al Concours Clara Haskil 1965. Supportato da giganti come Szell e Karajan, Eschenbach ha spostato sempre più il fulcro della sua attività sulla direzione: è stato Direttore Principale e Direttore Artistico della Tonhalle Orchestra di Zurigo dal 1982 al 1986, Direttore Musicale della Houston Symphony dal 1988 al 1999, Direttore Musicale della NDR Symphony Orchestra dal 1998 al 2004, della Philadelphia Orchestra dal 2003 al 2008 e dell’Orchestre de Paris dal 2000 al 2010. Dal 2010 al 2017, Eschenbach ha ricoperto la carica di Direttore Musicale della Washington National Symphony Orchestra, collaborando poi con orchestre leggendarie come i Wiener e i Berliner Philharmoniker, la Chicago Symphony Orchestra, la Staatskapelle Dresden, la New York Philharmonic e la London Philharmonic Orchestra.
Tra i maggiori violinisti del mondo, Gidon Kremer ha intrapreso una carriera fuori dagli schemi. È nato nel 1947 a Riga, in Lettonia, e ha iniziato a studiare all’età di quattro anni con suo padre e suo nonno. A sette anni si iscrisse alla Riga Music School dove fece rapidi progressi, tanto da diventare allievo del grande David Oistrakh al Conservatorio di Mosca. Nella sua bacheca si allineano i più importanti premi internazionali, dal “Queen Elizabeth” al “Paganini”. Si è esibito su tutti i maggiori palcoscenici da concerto come solista e con le più celebri orchestre, e ha lavorato con i più grandi direttori dell’ultimo mezzo secolo. Il suo repertorio è straordinariamente ampio e comprende l’intera gamma di capolavori per violino, compresi i compositori del XX e XXI secolo come Berg, Henze e Stockhausen. Ha anche sostenuto il lavoro di autori russi e dell’Europa orientale viventi e ha eseguito decine di nuove composizioni, molte delle quali gli sono state dedicate. Il suo nome è strettamente associato a figure come Alfred Schnittke, Arvo Pärt, Giya Kancheli, Sofia Gubaidulina, Valentin Silvestrov, Luigi Nono, Edison Denisov, Pēteris Vasks, John Adams, Michael Nyman, Philip Glass e Astor Piazzolla. Dalla collaborazione tra loro e Kremer è nato un impulso fondamentale per la musica contemporanea, testimoniato da oltre 120 registrazioni discografiche.