Franco Battiato ci ha lasciati il 18 maggio 2021, ma la sua musica continua a risuonare nelle sfere celesti di cui si è fatto portavoce attraverso un’incessante ricerca musicale e filosofica. A distanza di un anno dalla sua scomparsa, Ravenna Festival tributa al compositore siciliano l’omaggio più aderente alla sua sensibilità. È per questo che al Pala De André, sabato 2 luglio alle ore 21, sarà eseguita la Messa arcaica, una produzione originale di Ravenna Festival e Sagra Musicale Malatestiana, che ridà vita al grande progetto di musica sacra composto per la Basilica del Santo ad Assisi nel 1993 e riproposto al Teatro Greco Romano di Catania nel 2017, nell’ultima apparizione pubblica di Battiato. A interpretare questa composizione, che esplora una spiritualità non circoscrivibile al contesto religioso, l’Orchestra Bruno Maderna diretta da Guido Corti e il Coro della Cattedrale di Siena “Chigi Saracini” sotto la guida di Lorenzo Donati. Con loro le voci di Juri Camisasca (che prenderà il posto di Battiato, primo interprete della Messa) e di Cristina Baggio, entrambi vicini al cantautore, che agli amici amava ripetere: “Non sono cattolico ma neppure musulmano, buddista, o induista. Ho una mia spiritualità, una mia ricerca dell’ascesi. Sono un uomo religioso. Non ho una parrocchia, non mi piacciono le etichette”. È con questo spirito che sono nate le “Canzoni Mistiche”, titoli immortali come “L’ombra della luce”, “E ti vengo a cercare”, “L’animale”, “La cura”, che nella seconda parte della serata vedranno interpreti d’eccezione, tutti accomunati dall’amicizia e dalla condivisione di progetti con Battiato. È il caso di Carlo Guaitoli, Cristina Baggio, Simone Cristicchi (che canterà quattro canzoni di Battiato), Juri Camisasca (“Le sacre sinfonie del tempo”) e Alice, la carismatica voce che più di tutte ha saputo farsi interprete del pensiero di Battiato, spaziando in un repertorio immenso, dal classico al pop. A lei spetterà l’onore di chiudere il concerto con “La cura”. L’evento è reso possibile dal sostegno di Assicoop Romagna Futura e UnipolSai Assicurazioni.
Nella multiforme ricerca musicale di Franco Battiato, l’arco tra il 1987 ed il 1994 può essere definito “periodo mistico”. È di questi anni, infatti, la composizione di tre opere liriche (Genesi, Gilgamesh e Federico II – Il Cavaliere dell’intelletto) e di molte canzoni intrise di spiritualità. L’inizio di questa fase coincide col ritorno di Battiato nella sua Sicilia, che aveva lasciato 22 anni prima per raggiungere Milano. Del periodo mistico, l’apice è la “Messa Arcaica” commissionata dalla Sagra Musicale Umbra. «Mi è costata una fatica immensa, in certi momenti mi sono sentito prosciugato», dichiarò il compositore. Ma alla fine l’opera venne eseguita il 23 ottobre 1993 nella Chiesa di San Bernardino all’Aquila e replicata il giorno seguente nella Basilica Superiore del Santo ad Assisi. La Messa segue la canonica suddivisione dell’Ordinarium (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei) ed è concepita per due voci soliste, coro e orchestra. Perché “arcaica”? È Battiato a spiegarlo: «È il percorso compositivo che è arcaico. Ho voluto restituire al testo un significato primigenio». Musicalmente la Messa si veste di sonorità essenziali e rarefatte. È una composizione che aiuta ad avvicinarsi al silenzio interiore, uno degli orizzonti perduti dei nostri tempi. Pur non arrivando alla dimensione della “preghiera”, nelle canzoni cosiddette “mistiche” il musicista siciliano è fortemente ispirato al cammino spirituale. Egli stesso sosteneva che l’ispirazione gli venisse da dimensioni altre e che quindi il suo ruolo si limitasse a essere il tramite fra il sovrasensibile e il terreno. A questo filone appartengono, fra le altre, composizioni immortali come L’oceano di silenzio (“Cosa avrei visto del mondo / senza questa luce che illumina / i miei pensieri neri”), E ti vengo a cercare (“Emanciparmi dall’incubo delle passioni / cercare l’uno al di sopra del Bene e del Male”), Lode all’inviolato (“Ne abbiamo attraversate di tempeste / e quante prove antiche e dure / ed un aiuto chiaro da un’invisibile carezza / di un custode”) e La cura (“Percorreremo assieme le vie che portano all’Essenza”).
Cantautore e pittore di icone, Juri Camisasca esordisce nel 1974 con La finestra dentro, album visionario prodotto da Franco Battiato e Pino Massara. Pochi anni dopo decide di prendere i voti e divenire monaco benedettino, ritirandosi a vita monastica per 11 anni. Dal monastero esce, temporaneamente, nel 1987 per partecipare ad alcune rappresentazioni dell’opera Genesi di Franco Battiato, in cui è cantore e voce recitante. Successivamente abbandona il monastero per ritirarsi alle pendici dell’Etna. Nel 1988 pubblica Te Deum, album di canti sacri arrangiati elettronicamente. Nel 1999, dopo anni di silenzio, pubblica un nuovo album di inediti, Arcano enigma, prodotto da Franco Battiato, suonato coi Bluvertigo. Nel 2018, il regista Francesco Paolo Paladino realizza il docufilm Non cercarti fuori dedicato alla sua figura e al suo pensiero.
Vincitrice del Festival di Sanremo 1981 con il brano Per Elisa, Alice (al secolo Carla Bissi) esordisce come cantautrice nel 1980 con Capo Nord, da cui è tratto il singolo Il vento caldo dell’estate. Voce tra le più eclettiche e interessanti del panorama italiano, nel 1984 interpreta con Franco Battiato I treni di Tozeur. Nel 1985 si aggiudica il Premio Tenco come miglior interprete femminile con Gioielli Rubati. In Mélodie passagère (1988) canta Satie, Fauré e Ravel. Nel 2000 partecipa di nuovo al Festival di Sanremo con Il giorno dell’Indipendenza dall’album Personal Juke-box. Nel 2012 appare Samsara, album di inediti con Nata ieri, singolo scritto per Alice da Tiziano Ferro. Nel 2016 prende parte al lungo tour “Battiato/Alice” e nel 2018 accompagna Ron a Sanremo, duettando sul pezzo di Lucio Dalla Almeno pensami.
Cantautore, attore, disegnatore e scrittore, Simone Cristicchi nasce a Roma nel 1977. Dal 2005, quando presenta Vorrei cantare come Biagio, ironico “j’accuse” all’industria discografica, si spalanca il consenso di pubblico e di critica. Nel 2007 vince il Festival di Sanremo con Ti regalerò una rosa, commovente spaccato del microcosmo della follia. È autore di diversi libri di grande successo, come Centro di igiene mentale – Un cantastorie tra i matti, uscito per Oscar Mondadori. Ha ottenuto sold out teatrali per Mio nonno è morto in guerra, che riceve il plauso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e per Magazzino 18, cui hanno assistito oltre 140.000 spettatori. Al Festival di Sanremo, nel 2019, il brano Abbi cura di me ha ricevuto una standing ovation spontanea e il riconoscimento di due Premi della critica.
La voce di Cristina Baggio spazia in un repertorio che va dal ‘700 alla contemporanea. A settembre 2021 ha partecipato al tributo a Franco Battiato “Invito al Viaggio” all’Arena di Verona. Si è esibita nei principali teatri italiani (San Carlo di Napoli, Scala di Milano, Teatro dell’Opera di Roma, Fenice di Venezia) e all’estero, collaborando con direttori quali Ottavio Dantone, Jeffrey Tate, Claudio Abbado, Gianandrea Noseda e registi come Pierluigi Pizzi, Daniele Abbado e Mario Martone.