Fra i principi fondanti del piano nazionale della prevenzione c’è l’intersettorialità (l’interdipendenza tra fattori e determinanti personali, socioeconomici e ambientali). Per agire efficacemente su tutti i determinanti di salute sono necessarie alleanze e sinergie fra forze diverse. Sulla stessa linea la Regione Emilia-Romagna, con la legge regionale 19 del 2018 (e con il nuovo piano regionale della prevenzione), ha rafforzato i principi della partecipazione, dell’intersettorialità e della salute in tutte le politiche, prevedendo strumenti di coordinamento delle politiche di prevenzione e promozione della salute e favorendo una programmazione integrata delle politiche su sanità, welfare, alimentazione, agricoltura e sicurezza dei prodotti e delle filiere alimentari, ambiente, protezione civile, territorio, mobilità, lavoro, istruzione, formazione, cultura, parità di genere, sicurezza e legalità, sviluppo economico, sport e politiche giovanili. Si sta quindi operando per rafforzare la rete regionale per la promozione della salute (anche attraverso la profilazione di salute della popolazione regionale). Iniziative collegate a un impegno finanziario, per il triennio 2019-2021, pari a 10,5 milioni di euro.
In commissione politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini, è stata presentata la relazione, collegata alla clausola valutativa, sulla promozione della salute della persona e, in generale, della comunità, relativamente al concetto di prevenzione.
Per favorire l’integrazione delle diverse politiche settoriali l’esecutivo regionale è supportato dal tavolo multisettoriale di coordinamento delle politiche di promozione della salute e prevenzione.
“La prevenzione deve essere pervasiva, importante l’applicazione del piano, è fondamentale che il determinante di genere come determinate di salute rientri nei meccanismi di prevenzione”, ha rimarcato in commissione Roberta Mori (Partito democratico). Francesca Marchetti, sempre del Pd, ha poi ricordato l’importante lavoro portato avanti, nella scorsa legislatura, dall’intergruppo, che “ha puntato sul concetto dell’intersettorialità”. Per la consigliera è poi importante, sullo stesso tema, “monitorare e quindi contrastare le diseguaglianze, a partire dalla scuola”.
“Su questo tema è importante il confronto tra maggioranza e minoranza. Da parte nostra c’è l’impegno a diffondere le tecniche salvavita tra la popolazione scolastica, insistendo sul concetto di prevenzione, in quanto i dati sono preoccupanti (in particolare con l’emergenza sanitaria collegata al Covid)”, ha sottolineato Daniele Marchetti (Lega).
“Parliamo di prevenzione primaria, ma rispetto alle attività messe in campo c’è qualche punto di debolezza, in quanto i comportamenti individuali espongono a rischi collegati alla salute. È necessario, ad esempio, puntare sulla sicurezza stradale, anche sotto il profilo delle infrastrutture. Inoltre, è importante incentivare la diffusione di alimenti sani (come quelli biologici)”, ha evidenziato Silvia Zamboni (Europa Verde).
Per Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa), sempre sul tema della prevenzione, “è importante puntare sulla medicina di genere”. Utile poi, ha aggiunto, “rafforzare il legame con il territorio, potenziando la medicina di prossimità, anche promuovendo il volontariato”.
Marco Lisei (Fdi) ha manifestato “preoccupazione rispetto al mancato recupero delle prestazioni sanitarie arretrate, tassello centrale rispetto al tema della prevenzione”. Ha poi menzionato la questione droghe fra gli adolescenti, sottolineando quanto sia “fondamentale contrastare l’utilizzo delle sostanze stupefacenti, poiché i numeri sono in aumento”. Infine, sulla salute mentale, ha sollecitato “un’attenzione maggiore, a partire dai più giovani”.
“Le questioni emerse sono significative e serve un’attenzione particolare anche rispetto al tema dei social media (particolarmente marcato nella fase della pandemia)”, ha concluso la presidente Soncini.