“La Dott.ssa non rilascia informazioni su interruzioni di gravidanza, né ricetta la pillola del giorno dopo”. Subito sotto, un altro cartello con le indicazioni su come raggiungere il Centro di aiuto alla vita di via Paolo Costa.
Scoppia la polemica a Ravenna dopo la segnalazione di una donna alla Casa delle Donne. Sulla porta dell’ambulatorio di un medico di medicina generale è stato affisso un cartello per il quale la Casa delle Donne ha chiesto un intervento dell’azienda sanitaria, dell’Ordine dei Medici o in alternativa del sindaco di Ravenna.
“Un medico non può esercitare obiezione di coscienza rispetto alle informazioni da dare ad una donna che vuole intraprendere un percorso di interruzione volontaria di gravidanza, né può negarle la ricetta per la pillola del giorno dopo” spiegano sul proprio profilo Facebook le volontarie della Casa delle Donne.
“Per l’ennesima volta, l’applicazione della legge 194 che nel 1978 ha istituito per le donne il diritto all’aborto garantito e sicuro, è sotto attacco.
Ma quella legge parla chiaro: l’obiezione di coscienza vale solo per i medici e i sanitari coinvolti dalle procedure di interruzione di gravidanza, non vale prima né vale dopo, se serve intervenire per salvare la vita della donna”
Secondo la Casa delle Donne: “Quel cartello è illegittimo, va rimosso subito e ci aspettiamo anche che vengano presi provvedimenti nei confronti della professionista che l’ha affisso”.
Sul caso è intervenuta quindi l’Ausl Romagna che ha fatto rimuovere il cartello, ricordando comunque che per la prescrizione della pillola del giorno dopo non è più necessaria la ricetta da parte del medico, neanche per i minorenni, e tutte le informazioni possono essere richieste anche ai Consultori familiari