Assolti dall’accusa di usura i dirigenti della Banca di Credito Cooperativo ravennate, forlivese e imolese. Nella giornata di martedì 31 maggio è arrivata la decisione della corte nel processo legale che vedeva contrapposti l’istituto bancario e lo stilista e imprenditore faentino Germano Zama. La notizia è riportata dai quotidiani oggi in edicola.
I fatti risalgono al 2012 e ad un mutuo di 2 milioni e mezzo di euro richiesto da Zama alla banca. I fondi servivano per finanziare anche la nuova collezione da lanciare sul mercato per garantire nuove entrate economiche all’attività in difficoltà. La banca però erogò solo una parte dei fondi richiesti, 775 mila euro. La parte rimanente del mutuo venne utilizzata per ripianare altre situazioni debitorie dell’impresa nei confronti della BCC. Non avendo a disposizione i fondi richiesti, l’impresa di Zama fallì.
Quattro gli imputati al processo: l’ex presidente della BCC Secondo Ricci, l’allora direttore generale Edo Miserocchi, Roberto Alberelli e Gianluca Ceroni, all’epoca dei fatti capo servizio della rete commerciale e capo area credito della filiale manfreda. Per tutti e quattro il sostituto procuratore Monica Gargiulo aveva chiesto una condanna a 3 anni, mentre gli avvocati di Zama avevano chiesto il riconoscimento della responsabilità civile dell’istituto di credito, una provvisionale e 3 milioni di euro di risarcimento per il fallimento.
Il collegio penale presieduto dal giudice Cecilia Calandra ha però disposto l’assoluzione dei quattro dirigenti poiché “il fatto non sussiste”.