Navigano in rete, ma non rinunciano a leggere. Sono dotati di una grande coscienza ambientale, tanto da mettere inquinamento, lotta ai cambiamenti climatici, produzione e smaltimento rifiuti nonché effetto serra in testa alle loro preoccupazioni. L’attività fisica, poi, è vista come viatico a una buona salute complessiva. Positivi anche i numeri del contrasto all’abbandono universitario: in pochi anni la percentuale di chi lascia l’Ateneo prima di aver conseguito la laurea è calata dal 13% al 9%, centrando così l’obiettivo del 10%. Nota dolente i Neet, cioè i giovani che non studiano e non lavorano: pandemia e lockdown hanno interrotto il calo di questa “zona grigia degli sfiduciati”. Nota negativa: il saldo demografico giovanile, nonostante l’arrivo degli immigrati, è negativo: -50mila persone negli ultimi dieci anni.
È questa la fotografia degli adolescenti e dei giovani emiliano-romagnoli che emerge dal “Rapporto giovani in Emilia-Romagna – clausola valutativa alla legge regionale 14 del 2008” presentata oggi nel corso della commissione Cultura. Nell’anno accademico 2020/21 negli Atenei regionali si sono iscritti 163mila studenti, il 56,5% donne, dato in crescita rispetto al recente passato. Da sottolineare come il 32,8% dei giovani emiliano-romagnoli sia laureato, a fronte di una media italiana del 25,5%. Il 58% dei laureati è donna, il 5% sono gli stranieri, simbolo di quanto la nostra regione sia in grado di attrarre popolazione universitaria, gran parte della quale poi resta a vivere lungo la via Emilia anche dopo il conseguimento della laurea. Sopra la media nazionale anche la percentuale dei “giovani lettori” (il 70% contro il 47% nazionale) e di chi usa assiduamente Internet. Da rilevare come in entrambi i casi le donne siano lettrici e internauti più attive dei coetanei maschi.
La commissione Cultura è stata l’occasione anche per fare il punto sulle risorse stanziate dalla Regione negli anni 2018-2020 per le politiche giovanili. Ecco un piccolo riassunto: 27,2 milioni all’anno (7,2 milioni di fonte regionale e 20 milioni di fonte statale) per la promozione del sistema integrato (con l’aggiunta di ulteriori 18,2 milioni dal 2019 per l’abbattimento delle rette), 118mila euro per l’educazione alla natura, 2,2 milioni di euro per iniziative rivolte in particolare a pre-adolescenti e adolescenti. Capitolo a parte il Servizio civile, che ha interessato oltre 17mila persone con l’investimento di risorse che ha sfiorato i 40 milioni di euro tra fondi regionali e statali.
“La clausola valutativa è importante per verificare la tipologia e l’effetto delle politiche volte ai giovani che la Regione realizza: è la conferma dell’impegno per infanzia e adolescenza con l’obiettivo di dare risposta alle domande dei nostri ragazzi, specie a quelle frutto di questi anni di pandemia”, spiega la presidente della commissione Cultura.
“Ci occupiamo con grande passione di politiche giovanili in anni che sono stati difficili, ma che non ci hanno impedito di aprire nuove piste e nuove attività in questo settore molto importante” spiega la vicepresidente della Giunta, per la quale “in questi anni ci sono stati molti contributi di vari assessorati per varie azioni verso le giovani generazioni, perché le politiche giovanili non sono a comparti stagni, serve collaborazione, dalla prevenzione al disagio giovanile alla formazione educativa, passando da altri temi”.
Per la Lega “la Regione ha fatto politiche molto importanti, peccato che siano state macchiate dall’ideologia visto che ci sono state iniziative rivolte ai giovani legate all’identità di genere, ispirate al fu ddl Zan, quando si voleva affermare che uno non è più maschio o femmina, ma ciò che si sente in quel momento. Si dice anche che i temi Lgtb+ devono essere materia di studio in tutte le scuole, cosa che ci lascia perplessi e che contrastiamo”. Temi su cui ha replicato la vicepresidente della Giunta: “In tempi di guerra tutto quello che può promuovere una cultura del rispetto nella nostra comunità merita di essere sostenuto, se ci si occupa di questi temi è perché i ragazzi stessi lo hanno chiesto e ce ne è bisogno”.
Per il Partito democratico, invece, “il report è molto importante ed è un documento su cui basarsi per le scelte politiche: in particolare colpisce il calo demografico e ci dobbiamo fare delle domande. È molto positivo il quadro sia quantitativo sia qualitativo delle risorse investite in questi anni, specie quelle rivolte ai minori e alle famiglie. Sono molto positivi i dati relativi alla buona attività delle università della regione”.
ER Coraggiosa sottolinea come “la clausola valutativa dimostra come la nostra Regione sappia far dialogare le diverse politiche pubbliche rivolte ai giovani: ringraziamo non solo per l’attività quotidiana, ma per la capacità di leggere in maniera trasversale i fenomeni giovanili. È molto importante che ci sia una buona capacità di accoglienza”, mentre per la Lista Bonaccini bisogna ricordarsi sempre che “il biennio che abbiamo alle spalle, segnato dall’emergenza sanitaria, ha segnato la vita dei giovani: dobbiamo occuparci, come stiamo facendo, di questi giovani che hanno pagato un prezzo altissimo alla pandemia”.