Un altro concerto lungamente atteso a Ravenna Jazz: il pianista israeliano Shai Maestro si esibirà martedì 10 maggio al Cisim di Lido Adriano (RA), recuperando così l’esibizione annullata nel 2020 a causa della pandemia. Con il composito background culturale della sua band, Maestro è tra i protagonisti del rinnovamento estetico del jazz contemporaneo. Il suo quartetto, con Philip Dizack alla tromba, Jorge Roeder al contrabbasso e Ofri Nehemya alla batteria, andrà in scena alle ore 21:30. Biglietti: intero euro 15, ridotto 13 (tessera AICS obbligatoria euro 5).
Ravenna Jazz è organizzato da Jazz Network con la collaborazione degli Assessorati alla Cultura del Comune di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna, con il sostegno del Ministero della Cultura e con il patrocinio di ANCI Emilia-Romagna. Ravenna Jazz dedica questa sua edizione a Roberto Masotti, celebre fotografo e grande amico, improvvisamente scomparso. Roberto avrebbe dovuto partecipare a questa edizione del festival in veste di docente di un seminario di fotografia jazz.
Nato nel 1987 in Israele, a lungo membro della band del contrabbassista Avishai Cohen (dal 2006 al 2011), Shai Maestro nel 2010 crea la formazione che lo lancia come leader: il trio con il bassista peruviano Jorge Roeder e il batterista israeliano Ziv Ravitz. La band, con base a New York, si afferma rapidamente sulla scena internazionale e da allora la carriera di Shai si è identificata con il trio, protagonista dei suoi primi cinque dischi, sino a The Dream Thief (2018), che ha segnato il debutto su etichetta ECM (e nel frattempo la line up si è aggiornata con l’arrivo di Ofri Nehemya alla batteria). C’è quindi aria di nuovo nel suo più recente album, Human (2021, ECM): per la prima volta nella musica di Shai si introduce uno strumento a fiato solista, la tromba di Philip Dizack.
Colpisce nel segno il tocco personale di Shai, evidentemente formatosi nell’ambito della musica classica, ma capace di sviscerare il più intenso jazz feeling anche quando è alle prese con materiali eterogenei. In lui convivono una esuberante vena improvvisativa, la capacità di non perdere mai di vista l’aspetto melodico, la ricerca di un momento di simbiosi tra jazz, classica, folclore mediorientale e dell’Europa dell’Est. Le trame sonore di Shai sono impregnate di innumerevoli e seducenti sfumature geo-etniche, sovrapposizioni di colto e popolare, romanticismo e minimalismo.