“Purtroppo la grave situazione geopolitica sta mettendo a nudo la nostra scarsissima capacità di programmazione energetica, e non solo.
Per anni abbiamo indirizzato la maggior parte dei nostri investimenti energetici sui gasdotti che trasportavano il metano dall’ est, senza pensare che questa dipendenza energetica, ci avrebbe inevitabilmente portato dei problemi seri. Non penso solo alla guerra, evento estremo e imprevedibile, ma mi riferisco piuttosto ad una banale legge di mercato.
Ampliando la rete con l’Est Europa infatti, abbiamo rinunciato ad una diversificazione, buttandoci a capofitto verso un monopolio di Paesi produttori, che come minimo, potevano fare il prezzo che volevano. Sono stati chiaramente tranquilli ed affidabili per anni, ovvero fino a quando la nostra dipendenza non è diventata inevitabile.
Ora per ricostituire una rete alternativa di approvvigionamento ci vorranno anni, al di là dei viaggi propaganda che stanno facendo Draghi e i nostri Ministri in Africa, e delle ventilate panacee dei rigassificatori, di cui uno a largo di Ravenna, altro investimento non immediato e che porterà GNL al prezzo che faranno altri.
E’ quasi un ventennio che si parla di sostituire le fonti fossili con quelle rinnovabili, ma al di là di qualche palliativo, chi ci ha governato ha sempre preso tempo e tentennato. Non abbiamo mai creduto in una vera transizione energetica, perché gli interessi nel mantenere il fossile erano ( e rimangono) troppo forti e la politica non riesce a decidere, quindi continua a posporre gli interessi dei cittadini.
Non mi aspetto molto da formazioni politiche che hanno sempre avuto più a cuore il consenso, rispetto alle scelte programmatiche, ma che almeno battano un colpo i partiti paladini dell’ ambiente, se ancora esistono.
Quindi mentre i progetti per la produzione di energia da fonti rinnovabili rimangono impantanati nella burocrazia, in pochi giorni si decide di investire nei rigassificatori.
Perché invece non si accelera sul progetto Agnes del parco eolico, perché non si procede spediti con i progetti operativi per le comunità energetiche, perché penalizziamo la riqualificazione energetica delle abitazioni con lo smantellamento del Superbonus 110, invece di renderlo strutturale con le opportune migliorie, dove sono i progetti per sviluppare la tecnologia dell’ idrogeno verde.
Se in questo momento di scelte energetiche importanti punteremo ancora sulle fonti fossili, la transazione energetica supererà anche l’orizzonte temporale imprescindibile del 2050 a parole supportato da tutti, e di conseguenza anche la speranza di un futuro energeticamente sostenibile che questo Paese meriterebbe.“