“Da qualche ora sappiamo che il Presidente della Regione Bonaccini, aggregandosi al coro di ENI, Governo, gran parte del mondo politico anche ravennate e di quanti intendono imprimere un’accelerazione senza freni all’utilizzo delle fonti fossili, sta per recarsi dal Ministro della Transizione Ecologica Cingolani per candidare Ravenna ad essere sede di un rigassificatore del metano liquido che arriverà sulle nostre coste, proveniente da vari luoghi del mondo. La nostra opposizione all’espansione, pare senza limiti, del “sistema-metano” è ben nota. Ma ugualmente vogliamo fare alcune considerazioni, perché ci sembra inaccettabile che si continui a raccontare la realtà per quello che non é.
E’ INACCETTABILE che un impianto di rigassificazione venga presentato come una specie di innocua zattera che si può portare, spostare, allontanare e avvicinare come e quando si vuole, quando invece si tratta di una struttura alta quanto un palazzone, che presenta rischi ben documentati, ha un grave impatto sul paesaggio e su un ecosistema marino già fortemente provato, oltre che sul turismo e sulla pesca, e che contribuirà ad immettere metano libero in atmosfera, con grave contributo al riscaldamento globale e alla crisi climatica, ma anche al peggioramento della qualità dell’aria (che come ben sappiamo a Ravenna non è certo delle migliori) con conseguenze serie per la salute.
E’ INACCETTABILE che si presenti questa soluzione come lo strumento per affrontare nell’immediato i problemi derivanti dalla diminuzione del gas proveniente dalla Russia, quando si sa che gli impianti di rigassificazione richiedono anche cinque anni per essere costruiti ed entrare in funzione. Le navi metaniere utilizzabili come rigassificatori possono cominciare a svolgere il loro compito più rapidamente, ma questo tempo è sempre da calcolare in tempi lunghi (un paio d’anni, nelle previsioni più ottimistiche almeno diciotto mesi), sia perché di tali navi in tutto il mondo ve ne sono pochissime e costano fino a duecento milioni di dollari (che dovrebbe pagare la collettività), sia perché la loro collocazione dovrà pure essere sottoposta a verifiche di vario genere, riguardanti la sicurezza e la compatibilità ambientale. Inoltre è tutto da dimostrare che le condutture già esistenti siano in grado di essere utilizzate da subito per trasportare il gas, dal momento che da tempo non vengono utilizzate, e non debbano invece essere esse stesse oggetto di ristrutturazioni, con le relative spese.
E’ INACCETTABILE che si spacci tale scelta come strumento per abbassare i costi dell’energia e si dica alle famiglie che si ridurranno i prezzi delle bollette. I prezzi vengono stabiliti dalla filiera nel mercato internazionale, in cui le manovre finanziarie e spesso puramente speculative contano di più della materiale compravendita delle materie prime. Perfino il Ministro Cingolani, di recente, ha additato le manovre speculative come causa degli aumenti, pur sostanzialmente ammettendo di non sapere che farci. Inoltre, va detto che il trasporto del metano liquido via nave ha costi molto elevati, e quindi non sarà certo la presenza del rigassificatore a Ravenna a far pagare bollette meno care.
E’ INACCETTABILE che si faccia finta di niente sul traffico di navi gasiere, che dovrà per forza incrementarsi considerevolmente nell’Adriatico, e che eleverà l’inquinamento del mare (ricordiamoci sempre che il nostro è un “mare chiuso” e quindi ha scase capacità di autodepurazione) e i rischi di incidenti anche catastrofici.
E’ INACCETTABILE che si voglia prevedere l’aumento senza limiti dei punti di estrazione del gas, probabilmente aggravando fenomeni come la subsidenza e l’ingressione marina, e che cada nel dimenticatoio la necessità di dismettere e smantellare quelli più vicini alla linea di costa (come a Lido di Dante), operazione che in teoria tutti affermavano di voler fare. E che si continui a dire alla gente che queste scelte andranno nel senso dell’autosufficienza energetica, quando è noto che l’intero giacimento nazionale, se dovesse sopperire interamente alle necessità, si esaurirebbe nel giro di uno o due anni.
E’ INACCETTABILE che si continui a dire che questi disegni fanno parte della cosiddetta “transizione ecologica”, che – anche a lume di puro buon senso – dovrebbe voler dire che si inizia a mettere in campo azioni di mitigazione e ridimensionamento del sistema delle fonti fossili, per sostituirlo, gradualmente ma concretamente, con opere che utilizzino fonti rinnovabili, rispamio energetico, produzione decentrata e migliore utilizzo. E invece ENI, Governo, Regione e poteri locali intendono esasperare l’attuale modello estrattivista, puntando a liberalizzare ogni intervento di espansione e potenziamento.
E’ INACCETTABILE che i numerosi progetti per impianti basati sulle energie rinnovabili languiscano negli iter autorizzativi. A Ravenna potrebbe celermente iniziare la realizzazione del progetto di parco eolico-fotovoltaico, ed è altrettanto inaccettabile che il mondo politico ravennate – che unanimemente afferma di esservi favorevole – inserisca un piano chiaramente alternativo al sistema delle fonti fossili in una sorta di “pacchetto unico” in cui il mondo dell’ oil&gas continua a fare da padrone
E’ INACCETTABILE che le affermazioni di principio sulla necessità del “cambio di passo”, sulla volontà di qualificarsi come motori della svolta ecologica e del green deal auspicato dall’Europa, abbondantemente profuse durante le campagne elettorali sia in Regione che a Ravenna, vengano così pesantemente contraddette da questi comportamenti, in cui presumibilmente pesa molto l’influenza esercitata dai colossi energetici e assai poco l’interesse per il futuro delle nuove generazioni. Così come è inaccettabile che la comunità venga messa davanti a fatticompiuti senza che le sia data la possibilità di esprimere un parere.
Chi vuole fare di Ravenna, definitivamente, la città del metano, lo dica apertamente, non si nasconda più dietro operazioni di riverniciatura verde, e spieghi con onestà e chiarezza alle cittadine e ai cittadini i rischi, le incognite, i costi, le irreversibilità delle scelte che si intendono portare avanti.
Noi non ci stancheremo nella nostra denuncia e nella nostra mobilitazione.
E proprio per questo, come primo atto, invitiamo tutte e tutti a firmare le quattro proposte di legge regionali di iniziativa popolare per la tutela dell’ambiente e per un futuro energetico nuovo, che numerose associazioni e comitati del mondo ambientalista stanno portando avanti. Il prossimo appuntamento con la raccolta di firme è per SABATO 7 MAGGIO, dalle ore 16 alle 19, in via Cavour, all’angolo con via Barbiani.”
Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”