Incrementare gli organici (valorizzando, anche con incentivi economici, gli operatori, costretti a lavorare in condizioni difficili), prevedere carichi di lavoro accettabili e assicurare un’organizzazione più efficace del sistema (anche attraverso l’appropriatezza degli accessi, attivando poi ambulatori per i codici a bassa criticità), aggiornare le dotazioni tecnologiche delle strutture.
Audizione in commissione Politiche per la salute e politiche sociali sul tema dell’emergenza-urgenza in regione, con al centro (come ha rilevato la stessa presidenza della commissione) l’accordo fra Regione Emilia-Romagna, territori e sindacati per riformare il sistema.
L’assessorato regionale, nel rilevare le criticità del sistema, ha parlato di progetto per invertire la rotta, a partire dal settore dell’emergenza-urgenza: occorre accompagnare queste riforme con un ragionamento di prospettiva a lungo termine, con proposte concrete e investimenti concreti. L’assessorato ha poi riferito che le strutture di emergenza-urgenza vanno modernizzate, come si sta già facendo, riconoscendo anche l’impegno di chi ci lavora. In conclusione, è stato riferito che la tendenza è quella di garantire il servizio nei pronto soccorso, in tutti, h24, ma servono dotazioni, anche di personale, adeguate.
Interventi poi della Conferenza territoriale sociale e sanitaria e delle sigle sindacali del settore.
Per la Conferenza territoriale sociale e sanitaria al centro deve esserci la qualità della sanità, a partire dall’emergenza-urgenza. Il potenziamento della dotazione organica è la priorità, così come la necessità di garantire questi servizi anche nelle aree disagiate (e nelle zone turistiche marittime nei mesi estivi). Chiesto anche di distribuire meglio i medici specializzandi su tutta la regione, aumentando poi i posti nelle università. Richiesta poi meno burocrazia per i sanitari. Poi l’annuncio che presto verranno riaperti in sicurezza, ora in fase di ristrutturazione, i due pronto soccorso reggiani di Scandiano e Correggio. Anche le strutture piacentine di Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni sono in fase di riattivazione.
Per il Sindacato medici italiani il primo filtro sui territori è rappresentato dai medici di base, che devono essere tutelati: nei prossimi cinque anni molte persone non avranno un servizio di sanità pubblica (nella sola provincia di Bologna mancano 288 medici di famiglia, di cui 174 in città). Aaroi-Emac ha rilevato che nel passato sono state fatte scelte sbagliate, per questo il personale del sistema sanitario regionale è in fuga (a partire dall’emergenza-urgenza) e la qualità del lavoro è peggiorata (anche dal punto di vita economico ci sono stati peggioramenti). La politica deve rendere più attrattive queste professioni. Per Anaao il problema della carenza di specialisti deve essere risolto, nel 2019 nella nostra regione hanno lasciato il sistema sanitario pubblico 288 specialisti (che sono tra quelli che guadagnano di meno in tutta Italia). Per Cgil-Cisl-Uil la sanità deve essere forte, c’è un disagio di lavoro per i sanitari che si riflette inevitabilmente sui cittadini, c’è un problema di sistema.
Sono poi intervenuti i rappresentanti dei gruppi assembleari.
Per la Lega è importante coinvolgere i territori ed è fondamentale la riapertura dei pronto soccorso h24. Per il Carroccio è poi necessaria, sul tema, la collaborazione con il mondo del volontariato, dato che la mancata riorganizzazione del sistema sanitario, proprio a partire dall’emergenza-urgenza, ha visto il peggioramento dei servizi, in alcuni territori addirittura soppressi.
Per il Movimento 5 stelle i pronto soccorso devono riaprire h24, in tutto il territorio regionale: la riapertura di quello di Scandiano (che copre un bacino di 90mila persone), ad esempio, sembra essere sempre più un miraggio. I pentastellati rilevano poi che l’emorragia dei professionisti è a un livello emergenziale; inoltre, i sanitari della nostra regione sono pagati meno di altri. Per il M5s occorre, quindi, investire di più nella sanità pubblica.
La domanda è quale strategia adottare in ambito di emergenza-urgenza, si sottolinea da Forza Italia, che ripete come la politica debba avere un ruolo. I dati ci dicono che il cittadino cerca risposte alternative rispetto all’emergenza-urgenza, come i medici di medicina generale. Per gli azzurri, poi, è necessario riattivare le visite dei parenti nelle strutture sanitarie.
La domanda di salute è aumentata, emergono quindi carenza di personale specializzato nei pronto soccorso e problemi rispetto ai tempi d’attesa, anche sulla sicurezza ci sono difficoltà, si evidenzia dal Partito democratico. Per intercettare i bisogni di salute è importante, per il Pd, potenziare la medicina territoriale (a partire dal potenziamento delle case della salute). Per questo è fondamentale il lavoro che sta portando avanti l’assessorato. Necessario poi, si rileva quindi dai Dem, fare un focus rispetto al tema dell’appropriatezza degli accessi nelle strutture di emergenza-urgenza.
Per la lista Bonaccini la rete di emergenza-urgenza rappresenta l’avamposto della sanità pubblica. È importante quindi l’appropriatezza degli accessi in queste strutture, che non devono rallentare la loro attività. Fondamentale, quindi, la medicina di prossimità. Utile il confronto con i territori e con le organizzazioni sindacali per rilanciare il sistema.