“Nel 2021 Hera ha incassato ricavi per 10 miliardi e mezzo di euro, con un aumento di quasi il 50% sul 2020. Il reddito di gestione è stato di un miliardo e 224 milioni, maggiore del 9% sull’esercizio precedente. Numeri da capogiro, complici le restrizioni sanitarie che hanno costretto le persone a passare più tempo in casa, con conseguente aumento dei consumi domestici, ma non da meno gli aumenti dei costi energetici riversati sugli utenti. Poco contano gli interventi effettuati dal governo per calmierare il mercato e tranquillizzare i cittadini/utenti e le imprese. La cosa che lascia perplessi in questa situazione è che gli aumenti erano stati previsti da ARERA, l’agenzia statale per la regolazione dell’energia, già da luglio 2021, senza che nessuno si sia premurato a livello centrale di intervenire per calmierare o impedire che l’utenza finale si trovasse a subire l’ennesima mazzata che ha letteralmente messo a terra famiglie e imprese. Non si può addossare la responsabilità di questo alla guerra in corso e certamente grande parte delle colpe sono da imputare a come il nostro paese è governato a tutti i livelli, dallo Stato, alle Regioni, ai Comuni e alle loro aziende partecipate, HERA in primis. Con un mercato del lavoro già precario per i due anni di restrizioni dovute alla epidemia, con attività aperte e chiuse spesso in poco tempo, i cittadini sono quelli che stanno pagando tutte le conseguenze negative sia legate alla gestione sanitaria sia legate allo sviluppo economico che non si sta concretizzando.
Nel frattempo arrivano le fatture dei consumi invernali di gas e luce, che quando va bene sono solo raddoppiate, mentre il recente conflitto interno all’Europa non aiuta certo a stabilizzare la situazione.
Imbarazzante, anche se certamente non voluto, è dunque il momento in cui Hera presenta alla stampa il bilancio di esercizio del 2021 con numeri da record che la confermano tra le aziende ai vertici del settore ambiente ed energia. Negli stessi giorni venivano recapitate alle famiglie le bollette dei consumi di febbraio e marzo, con scadenza, beffa nella beffa, nei giorni della santa Pasqua. È stato largamente introdotto e verrà esteso a Ravenna il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti, che crea molti problemi e disservizi, i cui costi si riversano su famiglie e imprese. In questo particolare momento storico, gli enormi utili realizzati non ritornano certamente come beneficio agli utenti finali.
Un esempio potrebbe essere quello di una netta e sostanziale diminuzione della Tari, anziché l’ennesimo aumento. Non da meno, il servizio di pulizia e spazzamento delle strade svolto da Hera, che lascia molto a desiderare, e quindi è necessario intervenire per risolvere una volta per sempre questa annosa questione. Molti si trovano costretti a rateizzare i pagamenti, ma aggiungendo rate mensili ad altre rate e ad altre scadenze, si rischia il tracollo.
Le leggi del mercato portano sempre a riversare sull’utente finale i costi di ogni filiera, ma non possiamo dimenticare che i redditi delle famiglie non sono triplicati e quindi sono necessari interventi pubblici che riportino la situazione indietro di almeno un anno, per far sì che la vagheggiata ripresa economica tale sia veramente anche per le classi meno abbienti.”
Massimo Fico , Lista per Ravenna , Bilancio , Hera, famiglie ,imprese , bollette