Un settore in ripresa, con risultati più che buoni nell’export e aree come la grande distribuzione e l’e-commerce decisamente in crescita.
Insieme ai temi più sentiti da operatori e imprese: la sostenibilità di prodotto e dei processi produttivi, in nome della qualità e della tutela ambientale, sempre più prioritaria, la transizione digitale, il rafforzamento delle dimensioni competitive delle aziende e le strategie di commercializzazione. In un contesto che non può che guardare alle pesanti ripercussioni della situazione internazionale e della guerra in Ucraina.
È questa il quadro di sintesi del comparto vitivinicolo dal punto di vista delle Regioni, al centro oggi della tavola rotonda organizzata a Vinitaly, l’importante Fiera internazionale del settore che si tiene fino al 13 aprile a Verona. Un confronto tra istituzioni, con i presidenti della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e della Regione Veneto, Luca Zaia, e alcune importanti imprese. Tra i partecipanti, l’europarlamentare Paolo De Castro e il direttore di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini.
“Sul settore vitivinicolo- afferma il presidente Bonaccini– insieme alle altre Regioni l’Emilia-Romagna intende giocare un ruolo di primo piano su sviluppo e regolamentazione nazionale a tutela di produzioni di qualità. E sulla revisione delle normative europee, che non può penalizzare un patrimonio prezioso come quello enologico italiano e delle nostre regioni. Penso ad esempio ai rischi nella nuova Pac di diminuzione dei fondi Ue per l’attività di promozione. Un impegno che va sostenuto anche nelle sfide legate al PNRR, con investimenti per la transizione ecologica, il lavoro e una conversione dei processi produttivi che guardi in primo luogo alla sostenibilità e all’innovazione di prodotto, percorsi che tantissime nostre aziende hanno già intrapreso”.
“Il vino è uno dei biglietti da visita del Made in Emilia-Romagna- prosegue Bonaccini– protagonista nei principali mercati internazionali: negli ultimi cinque il comparto regionale ha registrato un +42% di export, molto al di sopra della media nazionale. Dobbiamo continuare a investire sulla commercializzazione e sullo sviluppo dell’enoturismo, mettendo in valore il patrimonio delle unicità gastronomiche, culturali e turistiche che abbiamo. Perché per crescere nell’ export occorre investire sulla sinergia tra vino e turismo, per valorizzare sempre più l’identità regionale e quella dei suoi prodotti”.
Rispetto alle decisioni dell’Unione Europea, l’impegno delle Regioni riguarda anche la questione delle accise sulle bevande alcoliche, partendo dal fatto che il settore va associato all’educazione al bere con moderazione, a cultura, professionalità e tradizioni uniche.