Tutelare i lavoratori e vigilare sulle ricadute territoriali del piano di riorganizzazione annunciato da Eni, in particolare a Ravenna dove è previsto lo stoccaggio e il riutilizzo della Co2.
La domanda è stata posta, in question time, dal consigliere Gianni Bessi (Partito democratico) in un’interrogazione siglata anche dalle colleghe Marcella Zappaterra e Manuela Rontini. La risposta è venuta dal sottosegretario alla presidenza della Giunta, Davide Baruffi, il quale ha ricordato come la Regione abbia adottato la strategia dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e quella contenuta nel Patto per il lavoro e il clima volta alla decarbonizzazione e all’uso di fonti sostenibili. “La Regione assicurerà tutte le iniziative- ha detto Baruffi- verso Eni e verso il governo e su tutti i tavoli perché la transizione energetica integri, oltre agli obiettivi societari, anche quelli ambientali e sostenibili. A partire da quelli che la vedono impegnata sul nostro territorio”.
Il consigliere dem ha chiesto alla Regione di “attivarsi nei confronti del Ministero dell’economia e di Cassa Depositi e Prestiti (che detengono 30% di Eni spa) per capire cosa accadrebbe a tutti i settori che potrebbero essere esclusi dalla transizione immaginata da Eni, per evitare di generare un processo di creazione di bad or good company il cui anello debole sarebbero i soli lavoratori e come intende vigilare sulle ricadute territoriali del piano di riorganizzazione societaria annunciato da Eni, in particolare circa le ipotesi di creazione di newco sul modello Plenitude, e dei suoi impatti sul distretto settentrionale”.
Eni vuole contribuire a contenere il global warming e si impegna a raggiungere la neutralità carbonica, “con l’obiettivo al 2050 di essere produttore di energia e prodotti energetici solo da fonti rinnovabili”. Bessi ricorda che “un contributo importante nella lotta al global warming sarà rappresentato dall’investimento previsto a Ravenna per lo stoccaggio e il riutilizzo della CO2, così come già sta avvenendo in altri Paesi europei, sul quale sono in corso riflessioni ulteriori, dato che sia l’investimento su Ravenna sia quello sulla trasformazione della raffineria di Livorno, sono stati al momento stralciati dal recovery fund”. Eni Power sta cercando un partner operativo, a cui cederà il 49% della società.
Eni vuole rimodulare gli investimenti produttivi e ha confermato di creare una società, una newco (sul modello Plenitude) “da collocare eventualmente in Borsa, che si occupi del mercato dei prodotti petroliferi e del biometano, in cui potrebbe essere inserita anche la bioraffinazione e altro”.
Bessi si è detto soddisfatto ribadendo che non si deve agire solo “con interventi finanziari perché nel prossimo bilancio ci sarà sicuramente una plusvalenza positiva. E’ positivo se si va verso gli obiettivi che noi chiediamo, resta comunque la preoccupazione di parti di mondo del lavoro legate a Eni e anche ad altre società”.