Gli abnormi aumenti del prezzo del gas metano inevitabilmente si ripercuotono anche sul costo dell’energia elettrica, dato che la quota maggiore di elettricità prodotta in Italia proviene da centrali a gas. È stato ampiamente documentato dagli organi di informazione e dagli esperti del settore come l’aumento del prezzo dell’energia in Italia sia maggiore, rispetto ad altri Paesi industrializzati, per la nostra dipendenza dall’estero nell’approvvigionamento del gas. Non meno preoccupanti sono l’aumento del prezzo della benzina e del gasolio. Ciò manifesta una volta di più l’insufficienza delle politiche energetiche nazionali, sia in termini di produzione che di risparmio.
Gli aumenti in atto, se non saranno rapidamente contenuti, avvieranno un preoccupante processo inflazionistico, a partire dell’aumento del prezzo dei generi alimentari, le cui conseguenze graveranno in modo particolare sui lavoratori e sui pensionati.
La definizione delle politiche energetiche e degli accordi internazionali di approvvigionamento delle materie prime è di competenza del Governo e del Parlamento che devono adottare anche misure di equità sociale, in un quadro sostenibilità. L’abbattimento dei cosiddetti “oneri di sistema” attuato dal Governo deve diventare una misura strutturale, non eccezionale: le fatture energetiche non possono più essere gravate da oneri impropri, addossati ai clienti per compensare l’evasione fiscale. Insopportabile è anche l’onere delle imposte sui consumi.
Le dinamiche salariali, segnate da ritardi nei rinnovi dei contratti collettivi nazionali basati su parametri oramai anacronistici, e lo sblocco della rivalutazione delle pensioni sono inadeguati ad affrontare questa emergenza.
Cgil e Federconsumatori chiedono che anche i gestori dell’energia facciano la loro parte, dati i rilevanti profitti accumulati. Gli accordi per lunghe rateazioni delle fatture energetiche, senza pagamento di interessi, conclusi dalle associazioni dei consumatori con i più importanti gestori operanti nel nostro territorio, come Hera ed Eni, sono importanti, anche perché le dilazioni limitano il rischio dell’interruzione delle forniture. Il problema delle morosità per le famiglie in difficoltà economica, che non possono permettersi nemmeno la rateazione, tuttavia, resta e deve essere concretamente affrontato. Servono fondi di solidarietà per le famiglie più svantaggiate, con il contributo degli enti locali e ancora una volta dei gestori, destinando parte dei loro profitti in favore delle famiglie maggiormente in difficoltà.