Quando lo scorso novembre il Consiglio di Stato mise fine al balletto delle proroghe, de Pascale e Corsini facevano a gara a rassicurare e ingraziarsi i concessionari degli stabilimenti balneari. «C’è la possibilità da parte del Governo di un intervento tempestivo che eviti il disastro» gorgheggiava il primo. «C’è il tempo per non snaturare il nostro modello di spiaggia» gli faceva da controcanto il secondo. Oggi, invece, che il Governo ha confermato la definitiva scadenza delle concessioni a fine 2023, il Sindaco si cimenta in un’arrampicata sugli specchi: «Enti locali ascoltati». E Corsini prova a stargli dietro: «Accolte le indicazioni dell’Emilia-Romagna».
Come Ravenna in Comune, già lo scorso anno avevamo denunciato il loro bluff (Spiagge: la posizione scomoda di Ravenna in Comune, 14 novembre 2021). Era chiaro da subito che il loro era solo «un modo per fare incetta di “simpatia” alimentando false illusioni senza poi pagarne il prezzo». Da parte nostra avevamo preferito mettere in chiaro da subito come la pensavamo e quale era la realtà “vera”, per quanto meno “simpatica”:
«Innanzi tutto è esclusa la possibilità che vi sia spazio per ulteriori proroghe dopo che, lo stesso Consiglio di Stato, ne ha accordata una di durata biennale. È l’ultima e, considerato da quanto va avanti il balletto per non ottemperare a una decisione europea vincolante, si dovrebbe prender atto che poteva andar peggio, vista la dichiarata illegittimità delle proroghe accordate fino ad oggi. […] Alla luce di tutto questo, come Ravenna in Comune, non riteniamo “serio” appiattire una posizione politica sulla sola “simpatia” verso chi, magari dopo aver meritevolmente operato, si troverà privo di concessione. Siamo invece disposti sin da ora ad unire la nostra voce a quella delle istituzioni locali perché si vada oltre e si ragioni sul come costruire i bandi perché possano valorizzare le azioni positive del passato nel caso di ripresentazione di istanza di concessione da parte dei gestori attuali. Così come dovrà discutersi dell’ottica in cui inquadrare le proposte di investimento considerando fondamentale la sostenibilità ambientale, oltre che economica. E anche si dovrà prendere atto che alcuni beni, ad esempio tratti di litorale, dovranno essere esclusi dal rinnovo della concessione, ampliando l’offerta di spiagge pubbliche».
Tutto, proprio tutto, quanto avevamo anticipato 3 mesi fa è stato confermato e le promesse altrui sonoramente smentite, per quanto ora si provi a ribaltar la frittata. Il tempo è poco e il lavoro per i Comuni è tanto. Per cui è urgente rimboccarsi le maniche. Al Sindaco, che già accampa scuse e racconta che «è impensabile farcela entro il 2023», ricordiamo che la responsabilità che ricade sulle sue spalle è tanta e che dal lavoro dell’Amministrazione di cui è a capo dipende la prosperità della nostra comunità. Dunque il tempo per i piagnistei lo ha esaurito. Ha quasi due anni davanti, è ben pagato e “la bicicletta” l’ha voluta lui. Ora, “gambe in spalle e pedalare”. Non ci deluda anche questa volta.