Vi proponiamo di scavare nella nostra memoria collettiva.
Era il 1983 la città di Ravenna si era divisa sulla proposta di una nuova centrale elettrica alimentata a carbone. Di fronte alle opposizioni diffuse e al nascente movimento ambientalista, il governo di allora optò infine per una centrale a metano, meno inquinante.
Nel 1987 gli autobus per il trasporto pubblico vengono convertiti ad una alimentazione a gas.
Allora si diceva giustamente che il metano serviva alla transizione, abbandonando il carbone e gli idrocarburi pesanti, anche perché le energie rinnovabili erano ancora poco sviluppate e un sogno del futuro.
Sono passati quasi 40 anni e cosa ci raccontano oggi?
Che il metano è ancora fondamentale per la transizione ecologica.
Ma oggi le tecnologie sono finalmente avanzate. Abbiamo una produzione di energia fotovoltaica, le pale eoliche sono un’alternativa praticabile, esistono accumulatori per sfruttare appieno le fonti rinnovabili. E la ricerca nel settore continua e deve essere finanziata sempre più fortemente.
Il 12 febbraio era in corso la Giornata nazionale di mobilitazione contro gas e nucleare promossa da molte associazioni ambientaliste. A Ravenna si è tenuto il flash mob a Casalborsetti davanti alla Centrale Eni dove si sta iniziando la sperimentazione di cattura del CO2 (altro progetto devastante). A questo appuntamento, come annunciato, eravamo presenti.
Sempre il 12 febbraio poi, “casualmente” arriva l’annuncio dell’approvazione del PiTESAI (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee).
In pratica lo sblocco delle estrazioni di gas metano davanti alle nostre coste.
E qui è partita la grancassa dei nostri pasdaran dell’ Oil&gas.
Il PRI : “ Era ora,bene ma non basta…”
Il Sindaco De Pascale: “Finalmente, era un piano antistorico, ora serve un decreto per accelerare subito le estrazioni…. raddoppiamo la produzione da 4 miliardi di m3 a 8 miliardi“
Motivazioni addotte?
Diverse, ma la più forte e popolare rimane: di fronte alla crisi energetica e all’aumento vertiginoso dei prezzi del gas, più estraiamo e meno costerà.
Ribadiamo una cosa già detta, soluzioni semplici per menti semplici.
Stanno mentendo e illudendo la gente, sapendo di farlo.
ENI e SAIPEM sono multinazionali e ragionano come tali. TUTTO QUELLO che estraggono e estrarranno lo metteranno sul mercato ai prezzi di mercato.
Le multiutility, come la nostra Hera, applicheranno sempre tariffe finali che gli garantiscano un ricavo congruo per gli azionisti ( tra cui guarda caso i nostri Comuni) e gli enormi extra profitti che stanno facendo rimarranno nelle loro casse.
Non illudetevi le tariffe delle bollette non caleranno, dovrete pagare tutto, con la concessione della rateizzazione ( “come è buono lei” diceva Fantozzi).
Lo scenario futuro ritorna fosco : transizione energetica infinita e rimandata a “tempi migliori”, subsidenza ed erosione delle nostre coste come danno collaterale accettabile secondo la loro logica.
E le energie alternative? Bei palliativi che useranno in qualche intervista e in qualche convegno per fare greenwashing ( vedi ad esempio il progetto del parco eolico Agnes).
L’importante che i fondi del PNRR, che arriveranno, vengano dati a ENI, Saipem e Roca. Loro sanno bene come usarle, secondo la logica del mercato liberista e l’investimento sull’aumento della quota di energie rinnovabili è l’ultima delle loro priorità.
Noi, a questa impostazione non ci stavamo ieri, non ci stiamo oggi e non ci staremo domani.
Al contrario di come vogliono dipingere il mondo ambientalista, solo qui c’è una visione di un futuro sostenibile dal punto di vista ambientale, economico, occupazionale e sociale.
Chi ci governa a tutti i livelli con tutti i partiti coinvolti non si pone il problema, guarda miopemente solo alla contingenza, ai voti e a fare gli interessi del mercato e dei poteri forti.
E comprendiamo in questo atteggiamento la sinistra alleata e ben accucciata ai piedi del PD ovunque , che produce comunicati con alto tasso di equilibrismo politico ( vedi Coraggiosi locali) o addirittura partecipa ai presidi ambientalisti riscoprendosi ecologista.
Per noi di Potere al Popolo, anche a Ravenna la battaglia continua COERENTEMENTE e a TESTA ALTA.