Personale carente e precario, lavoro a oltranza per le lunghe code, intolleranza e violenza verbale nei confronti di chi lavora: scatta lo stato di agitazione con sciopero dello straordinario per tutti gli addetti di Poste Italiane SpA in Emilia-Romagna.
LC-CGIL e UILPOSTE Emilia Romagna da mesi denunciano le forti criticità presenti negli uffici postali e nei centri di recapito e smistamento della nostra regione.
La carenza di personale nei diversi ambiti aziendali e l’emergenza sanitaria ancora in atto, hanno avuto come conseguenza un peggioramento delle condizioni lavorative degli addetti. Inoltre, il venir meno di una corretta erogazione del servizio postale ha incrinato i rapporti con la cittadinanza. Nel recapito, il ricorso massiccio al lavoro precario ha avuto ripercussioni sulla qualità del servizio e sui tempi di consegna della corrispondenza. Abbiamo uffici postali razionalizzati e doppi turni chiusi al pomeriggio, dovuto anche all’andamento dei contagi, che costringono la clientela a spostarsi dove gli uffici sono aperti generando lunghe code in attesa. In alcuni uffici postali si assiste quotidianamente a episodi di intolleranza e di violenza verbale nei confronti degli addetti, che si risolvono solo grazie agli interventi delle forze dell’ordine. Una situazione inaccettabile che costringe, tutti i giorni, lavoratrici e lavoratori ad andare oltre l’orario di lavoro contrattuale per dover smaltire file ininterrotte. La carenza di personale e l’emergenza sanitaria stanno producendo importanti disservizi e un aumento dello stress lavoro correlato dovuto proprio al peggioramento delle condizioni lavorative.
Per queste ragioni, abbiamo proclamato per tutti gli addetti in Emilia-Romagna lo stato di agitazione con sciopero dello straordinario da ieri e fino al primo marzo. Continueremo con la mobilitazione per portare anche all’attenzione dell’opinione pubblica una vertenza regionale che coinvolge migliaia di lavoratrici e lavoratori, ma anche milioni di cittadini che hanno il diritto, in questa regione, di avere un servizio pubblico essenziale e universale di qualità.