“Ieri decine di migliaia di studenti e studentesse sono sces* in più di 20 piazze in Italia per ricordare Lorenzo Parelli e per ribadire che il diritto allo studio non va confuso con il lavoro gratuito.
Gli studenti di questo paese sono stanchi di sentirsi dire che devono adattarsi ai bisogni degli imprenditori.
In questo paese adattarsi vuol dire accettare che ogni giorno 3 persone perdano la vita sul lavoro come è successo a Lorenzo, immolate sull’altare del massimo profitto.
Vuol dire accettare il lavoro gratuito o la precarietà come unica prospettiva di futuro, mentre è sempre più palese che “gli adulti” non hanno una strategia, non investono in una politica industriale lungimirante, lasciano fare alle imprese il bello e il cattivo tempo anche in tempi pandemici e di catastrofe ecologica imminente.
Se il problema è quello di allineare domanda e offerta di lavoro allora prima di tutto obblighiamo le imprese a rivolgersi ai centri per l’impiego (CPI) per coprire le posizioni aperte, piuttosto che preferire i canali informali, come avviene nella stragrande maggioranza dei casi. Secondo i dati oggi solo il 6% delle imprese si rivolge ai CPI contro il 47% che cerca i nuovi assunti tramite conoscenze personali.
Riteniamo che la scuola non sia fatta per questo. La scuola è fatta per imparare le basi del sapere, che servirà certo domani per conoscere e dirigere un processo produttivo, ma soprattutto per socializzare, per amare la vita, per partecipare attivamente, controllare chi decide e progettare l’avvenire.
Invece di obbligare i/le ragazz* a lavorare gratis chiediamo:
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una scuola sicura, che fornisca a tutti gratuitamente FFP2 e Dpi necessari, che abolisca le classi pollaio, che introduca la ventilazione meccanica nelle aule;
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finanziamenti in edilizia scolastica e assunzione di tecnici e di personale negli enti locali in grado di progettare rapidamente gli interventi necessari;
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l’abolizione dei PCTO ( Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) e la reinternalizzazione dei finanziamenti rivolti all’alternanza scuola lavoro, attualmente tutti diretti solo alle imprese private, e il potenziamento delle attività di laboratorio nei nostri istituti;
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una scuola più giusta, che non preveda ghetti scolastici prematuri, scuole di serie A e di serie B e porti tutti ad avere una solida conoscenza di base fino alla maturità, quale che sia l’indirizzo prescelto.
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Una scuola totalmente PUBBLICA, in cui lo Stato investa fortemente smettendo di finanziare istituti privati e confessionali.
ra mentre queste manifestazioni chiedevano risposte, che è successo ?
Tutta l’informazione era “impegnata” a seguire i giochini di alta politica di tutti i partiti sull’elezione del Presidente della Repubblica e quasi nessuno ha dato rilevanza a ciò che succedeva nel paese reale.
Ma silenziare mediaticamente non bastava, a Torino, Napoli e Roma gli studenti e le studentesse sono stati caricat* dalla polizia. Esprimiamo a loro la nostra massima solidarietà, dicendogli che saremo sempre al loro fianco.
Saremo sempre contro questa idea di democrazia che ci vogliono imporre, non vogliamo una società silenziata che accetti supinamente tutte le decisioni prese al vertice dai vari governi liberisti scelti dal mercato.
Non ci avrete mai come volete voi.”