In questo periodo di pandemia, nella sanità pubblica sono stati investiti miliardi per proteggere la salute fisica di cittadini e cittadine, mentre sono quasi inesistenti gli investimenti per garantire quella psicologica. In Italia solo il 3,5% della spesa sanitaria è destinata ad interventi e cure per il benessere psicologico e, nonostante siano più di 100 mila gli psicologi attivi, soltanto il 5% di questi lo fa all’interno del sistema sanitario nazionale.
Nella nuova legge di Bilancio, approvata lo scorso 30 dicembre, non è più presente il “bonus psicologo”, presentato tramite un emendamento che pure aveva ricevuto il sostegno da tutte le forze politiche. Quello che veniva richiesto era la creazione di un “Fondo salute mentale” da 50 milioni di euro l’anno diviso in due sussidi principali, un “avviamento” finanziato con 15 milioni di euro e un “sostegno” da 35 milioni di euro: entrambi con l’obiettivo di permettere a chi ne avesse bisogno, di poter avviare e sostenere un percorso con uno psicologo professionista. E già a luglio 2021 il governo aveva stanziato 10 milioni di euro (poi allocati alle regioni) per il potenziamento dei servizi di ascolto e il miglioramento della rete di assistenza e formazione del personale.
“È un paradosso – sostiene la Consigliera Provinciale Francesca Impellizzeri, a nome del Coordinamento Provinciale di Emilia-Romagna Coraggiosa – le strutture pubbliche che offrono aiuto psicologico si trovano a non poter fronteggiare l’altissima richiesta di sostegno psicologico dei cittadini, mentre è sempre più elevato il numero di persone che per difficoltà economiche non riesce a permettersi un percorso psicologico, visti i prezzi del libero mercato. E ad aver più bisogno di un supporto psicologico in questo momento sono le categorie più colpite dalla pandemia, che si trovano in condizioni economiche incerte: i giovani, i lavoratori e le lavoratrici in condizioni precarie… Molti studi già anticipano gli effetti che la pandemia avrà sulla salute mentale di ciascuno di noi ed è per questo che è importante non perdere tempo e insistere affinché i giusti investimenti vengano riconosciuti ai servizi e ai programmi di salute mentale a livello nazionale”.
Nonostante per ora la proposta a livello nazionale del “bonus” sia stata bocciata, ci sono due Regioni che hanno trovato la strada per poter garantire alla cittadinanza un sostegno alla propria salute psicologica: Campania e Lazio. “Lasciamo da parte l’idea, ancora oggi troppo diffusa, che la sofferenza psicologica sia una debolezza, un capriccio o una vergogna, come Coordinamento Provinciale di Emilia-Romagna Coraggiosa chiediamo invece alle amministrazioni locali di riconoscere l’urgenza di tali tematiche e di farsi portavoce dei bisogni che i cittadini e le cittadine già da tempo esprimono, ma che in questo periodo di emergenza sanitaria si sono fatte ancora più urgenti e indispensabili.”
Il Coordinamento di Emilia-Romagna Coraggiosa nelle prossime settimane stimolerà i propri Gruppi Consigliari per la presentazione di Ordini del Giorno condivisi, perché Regione e Comuni, insieme alle ASL, possano impegnarsi a trovare soluzioni per intervenire a sostegno delle condizioni psicologiche dei nostri cittadini.