“Il gas naturale prodotto in Italia, e quindi quello ravennate, ha un ruolo rilevante per il suo minor impatto, ed è a nostro parere necessario che vengano ripresi gli investimenti a favore del sistema delle imprese dell’area ravennate. Investimenti utili, per la ricerca, per le nuove tecnologie, per il mantenimento dell’occupazione, impiegando le professionali esistenti, per un cambiamento sostenibile, integrato in tutti i suoi aspetti, in maniera che il sistema economico e sociale possa acquisire una sua resilienza, evitando dannosi traumi. Con queste premesse auspichiamo che il ‘Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee’ in fase di approvazione, consideri appropriatamente l’esperienza che si sta vivendo”: a dirlo è il segretario provinciale del sindacato Ugl chimici di Ravenna Luca Michieletti.
“La nostra organizzazione, è impegnata a tutti i livelli a favorire un sistema produttivo economicamente, ambientalmente e socialmente sostenibile, la buona occupazione e la cultura del “buon senso”. Non possiamo dimenticare i progressi del passato, l’evoluzione avviene affiancando le nuove scoperte alle vecchie. La rivoluzione industriale ha avuto origine con la scoperta delle macchine a vapore alimentate a carbone, che progressivamente è stato sostituito”: aggiunge Michieletti.
“L’aumento delle tariffe per luce e gas, il costo dell’energia alle stelle, oltre che ridurre il potere d’acquisto delle famiglie, già in difficoltà economica per la crisi e le ristrettezze imposte per contenere il Covid-19, con l’inflazione in risalita e l’ aumento futuro dei prezzi dei beni di largo consumo, porteranno ad un aumento dei costi per le imprese con relative e prevedibili ripercussioni sui salari e impoverimento di lavoratori e pensionati. A livello strutturale servono misure per attenuare l’impatto degli aumenti e calmierare i prezzi sempre più alle stelle”.
“L’aumento delle materie prime coinvolge pesantemente le imprese, soprattutto quelle che necessitano di maggiore energia (acciaio, carta, vetro ceramica, ecc…), tanto che alcune associazioni di impresa hanno denunciato una situazione molto critica con il rischio di chiusura. Altri Paesi europei per fare fronte alla emergenza energetica stanno investendo sul nucleare (come la Francia), sulle miniere di carbone (la Germania) e le riserve petrolifere in offshore (nel Nord Europa). A livello nazionale l’Ugl ha sollecitato un intervento del governo, con l’attivazione di un ‘Tavolo di discussione’ per adottare nel più breve tempo possibile delle soluzioni fattive, adatte a risolvere o quanto meno contenere tali problematiche che erano considerevolmente prevedibili”:
“Questo contesto evidenzia quanto sia determinante il costo dell’energia per le famiglie e per le imprese per l’Italia, che è fortemente penalizzata dalla dipendenza dalle forniture straniere (solo per il gas metano è dipendente per circa il 95%). Un tema che interessa il territorio ravennate, particolarmente coinvolto per la connotazione del suo sistema industriale. Il ricorso alle fonti rinnovabili per contrastare il mutamento climatico, va sostenuto, senza mettere in discussione gli obiettivi per il raggiungimento della riduzione delle emissioni di gas serra e la decarbonizzazione, ma le energie alternative non sono ancora in grado di sostituire quelle tradizionali, e la transizione energetica va portata avanti con intelligenza e realismo, nei tempi giusti, considerando l’impatto per le famiglie e le imprese”: aggiunge il segretario provinciale del sindacato Ugl chimici di Ravenna.
Il sindacato guarda “con attenzione al pronunciamento della Commissione Europea di inserire nella lista delle fonti pulite il gas naturale: una risorsa che – con i giacimenti dell’Adriatico – potrebbe costituire per il comparto dell’ oil&gas ravennate e le imprese tecnologicamente più avanzate che ne sono protagoniste un fattore di impulso produttivo e lavorativo, sostenendo il positivo andamento dell’economia ravennate e facendo ben sperare per un 2022 di crescita ulteriore.”