Subito prima di Natale l’Assemblea Regionale ha approvato il Piano Regionale Integrato dei Trasporti – PRIT 2025. Più correttamente se lo sono approvati da soli il PD e Bonaccini, ossia la sua lista personale, aiutati dalla consapevole complicità di Coraggiosa e della Lega, che si sono apposta astenuti dichiarando (la Lega): «Si tratta di un documento non aggiornato, ma come Lega vogliamo dare tutti i segnali possibili per far ripartire il mondo produttivo e le famiglie che di quelle infrastrutture hanno bisogno». Illuminante la sintesi del voto di Giulia Gibertoni (ex 5Stelle ed ora Gruppo Misto): «La “sinistra” in Regione Emilia-Romagna, cioè il partito di Elly Schlein, si è astenuta ieri sul Piano poliennale delle Grandi Opere Stradali di Bonaccini (il PRIT, Piano Regionale dei Trasporti, con dentro Cispadana, Bretella Campogalliano-Sassuolo, Passante di Bologna e tante altre inutili colate di cemento). Astenuti. Non venite più a parlare dei vostri “Coraggiosi” ecologisti. Parole, parole, parole… parole verdi… e poi, quando è il momento: astensione».
Non possiamo che concordare, eccezion fatta per la troppo generosa inclusione di Coraggiosa nel campo della sinistra. Hanno avuto più coraggio i verdi che, benché in maggioranza, hanno votato contro, anche se poi non si sono altrettanto coraggiosamente e coerentemente collocati all’opposizione, dove si trovano tutti gli altri gruppi che pure hanno espresso voto negativo.
Ravenna in Comune sul PRIT ha espresso una posizione negativa, considerandolo un piano insostenibile, ancora gravato da un concetto di mobilità superato, privo di visione strategica e incoerente rispetto all’emergenza ambientale, dichiarata a parole ma smentita continuamente nei fatti. Tuttavia abbiamo provato a raddrizzare un lavoro che va avanti da 5 anni per sostituire il piano precedente, il PRIT 1998. Inutilmente.
Come immaginavamo i nostri interventi migliorativi, le nostre osservazioni (numero d’ordine 7 del Gruppo Consigliare “Ravenna in Comune” PG/2019/689806 dell’11/09/2019) sono state in larga parte respinte. Il commento con cui le avevamo accompagnate è perciò ancora attuale anche per l’approvazione del PRIT:
«Il nuovo decantato corso della Regione assomiglia tanto a quello vecchio. Sporco, inquinato, attento nei fatti ai soldi e solo a parole all’ambiente. Con buona pace per chi (non noi) ha creduto nel cambiamento. “Un verde sostenibile, per l’ambiente” era stata la battuta di Bonaccini come candidato. Una battuta, solo una battuta, evidentemente».