Proseguono dal 16 dicembre e proseguiranno almeno sino a mercoledì le limitazioni alle abitudini quotidiane determinate dallo sforamento dei massimi di presenza di PM10 nell’atmosfera. Per i giorni successivi dipenderà dal bollettino del 22 dicembre. Riguarda tutta l’Emilia-Romagna, non solo Ravenna.
Ravenna in Comune di fronte a questa situazione si chiede: “Che fine ha fatto la dichiarazione di emergenza climatica che sia a livello regionale che a livello comunale è stata adottata in pompa magna due anni fa? Ce lo ricordiamo bene Bonaccini già in corsa per la rielezione a fare promesse. E subito dietro a lui de Pascale, pure lui in cerca della rielezione, al balcone ad annunciare la lieta novella. Presto dimenticata”.
Si continua con le misure che dovrebbero contenere il problema: obbligo di abbassare il riscaldamento nelle abitazioni e negli uffici (max 19 gradi) e nelle fabbriche (max 17 gradi). Niente auto più inquinanti in giro. Niente motore acceso durante la sosta. Niente stufe a legna accese. Niente spandimento di liquami animali sui campi.
“Non sono servite ad abbassare l’inquinamento fino ad ora e non ci riusciranno nemmeno mercoledì: sempre più tutto dipende dalla pioggia, l’unica scopa capace di togliere la polvere dall’aria e dai nostri polmoni e nasconderla sotto il tappeto, cioè sotto i nostri piedi” commenta Ravenna in Comune.
“Covid, disastri ambientali, tumori… Niente smuove la politica. Se questa è la famosa normalità a cui promettono di farci tornare per il dopo pandemia, ecco, qualche cambiamento invece sarebbe opportuno e maledettamente urgente”