Il balzo dei beni energetici e delle materie prime si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole strozzate da aumenti dei costi non compensati da prezzi di vendita adeguati per il moltiplicarsi di offerte sottocosto e promozioni di Natale alle spalle di allevatori ed agricoltori.
“La Coldiretti – afferma il Presidente provinciale, Nicola Dalmonte, è pronta a denunciare le pratiche sleali per tutelare il lavoro e la dignità delle imprese agricole di fronte ad una nuova forma di caporalato nei confronti degli agricoltori”. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è infatti entrato in vigore il 15 dicembre il decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto dall’Organizzazione agricola.
E’ diventato quindi operativo lo strumento che blocca le speculazioni sul cibo che sottopagano i produttori agricoli in un momento in cui sono costretti ad affrontare pesanti rincari dei costi.
Sul sito istituzionale del Ministero delle Politiche agricole è stata appositamente attivata la pagina “Pratiche sleali” con le indicazioni e le istruzioni per presentare segnalazioni di abusi e azioni scorrette, sia tra imprese che in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli.
“Ora abbiamo un’arma in più per difendere le nostre imprese – afferma Dalmonte – penso in particolare al comparto dell’ortofrutta, che deve affrontare rincari fino al 50% per gasolio e concimi dopo annate già fortemente negative per via dei cambiamenti climatici che hanno decimato i raccolti, ma penso anche alla zootecnia, con i mangimi schizzati alle stelle insieme ai costi per l’essiccazione dei foraggi, e anche a tutto il comparto del florovivaismo, alle prese con l’aumento dei costi per il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi. In questo contesto generale di forte difficoltà, con margini sempre più risicati – denuncia il presidente – c’è infatti chi specula attuando pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali, obbligando spesso molte aziende a vendere sottocosto”.
Da qui l’appello di Coldiretti Ravenna: “Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle”. Da questo punto di vista, conclude Dalmonte, “l’approvazione delle norme contro le pratiche sleali nel commercio alimentare rappresenta una svolta storica per garantire un giusto prezzo ad agricoltori e allevatori in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi vanno a remunerare il prodotto agricolo”.
Gli agricoltori – secondo l’analisi della Coldiretti – sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%). Ma ad aumentare sono pure i costi delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne. Il rincaro dell’energia si è abbattuto poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate.