Gli ospedali dell’Ausl Romagna passano all’ “allerta rossa” a causa dei ricoveri per coronavirus. La comunicazione interna è arrivata in queste ore da parte della dirigenza dell’azienda sanitaria dettata dagli ultimi ingressi in ospedale. Nel bollettino settimanale di mercoledì scorso, d’altronde, si evidenziava come i ricoveri in terapia intensiva di pazienti con coronavirus erano arrivati a raggiungere un livello di 9.1% delle terapie intensive, sfiorando la soglia stabilita del 10%. Situazione migliore per i ricoveri ordinari: 9,7% a fronte di una soglia prestabilita del 15%.
L’ “allerta rossa” per gli ospedali è una catalogazione ben diversa rispetto alle zone colorate delle regioni. È una distinzione interna, utile ai quadri dirigenziali per organizzare le attività ospedaliere e al contempo serve ad evidenziare a tutti i dipendenti come il livello di attenzione dentro e fuori dell’ospedale debba aumentare.
La buona notizia arriva dal fatto che, nonostante la maggior parte dei distretti dell’Ausl Romagna sia al di sopra della soglia critica dei 500 casi di positività per 1000 abitanti negli ultimi 14 giorni, il tasso di occupazione ospedaliero da parte di pazienti Covid è di circa tre volte inferiore allo stesso periodo dello scorso anno, con un numero di decessi inferiore di 8 volte. Come già testimoniato nei giorni scorsi, la grande maggioranza dei pazienti ricoverati risultano essere persone non vaccinate.
Complessivamente i dati sui ricoveri testimoniano l’efficacia della campagna vaccinale per la prevenzione dei livelli gravi dell’infezione.
La cattiva notizia è che il passaggio in “allerta rossa” porta gli ospedali un passo più vicino alla riorganizzazione delle prestazioni che purtroppo ben abbiamo conosciuto durante il periodo del lockdown. Al momento, la riorganizzazione dei servizi in base alla priorità delle prestazioni è prevista solo in casi di emergenza nei reparti. Attualmente però non se ne segnalano.