La più antica notizia del monastero dei Santi Ippolito e Lorenzo risale agli inizi del secolo XI. Si tratta di un atto di donazione, da parte del vescovo di Faenza Ildebrando, della cappella di Sant’Antonino in Borgo Durbecco all’abate Giovanni, nel 1022.
Accanto al chiostro, in origine porticato sui quattro lati, si posiziona la cripta, composta da tre ambienti, con l’abside centrale forse pertinente alla primitiva chiesa dei Benedettini Neri. Balza immediatamente agli occhi l’ampio uso di materiale di recupero romano di varia provenienza, insieme ad elementi carolingi ed ottoniani.
Nel 1146 il convento passò ai Camaldolesi, che quattro secoli dopo ne fecero la sede dell’abate generale. Nella seconda metà del ‘700, come la gran parte degli ordini religiosi in città, essi ricostruirono la chiesa. La facciata è semplicemente strutturata con grandi lesene di ordine corinzio ed angoli smussati. L’interno, ricco di decorazioni, eppure all’apparenza semplice ed elegante, ha proporzioni slanciate e un presbiterio allungato, non dovuto alla necessità di adeguarsi a volumetrie preesistenti, ma intenzionale.
Ritrovo alle ore 15 in Via Sant’Ippolito.
E’ richiesto un contributo destinato a fini culturali di 5 euro; 3 euro per i soci Pro Loco Faenza
Prenotazione obbligatoria, posti limitati, uso della mascherina, comportamenti adeguati alle normative di emergenza sanitaria.
Per informazioni e prenotazioni:
PRO LOCO FAENZA Voltone Molinella 2 – tel. 0546 25231