Dopo gli appuntamenti delle scorse settimana e Bertinoro, Castrocaro Terme e alla Torre di Oriolo dei Fichi, dove hanno complessivamente già votato oltre 170 persone, domenica 17 ottobre (ore 16-18.30) al Ristorante La Lanterna (vicolo Saletti, 2) arriva il tour della nona edizione della selezione enologica Albana Dèi, da un’idea di Carlo Catani e Andrea Spada, promossa e coordinata dal Consorzio Vini di Romagna dell’Albana Dèi.
A Brisighella, come nelle altre location, sarà presente un banco d’assaggio per dar modo al pubblico di degustare e apprezzare i sette vini finalisti dell’Albana Dèi. Vini finalisti selezionati “alla cieca” da una giuria tecnica composta da critici delle principali guide dei vini e sommelier, riunitasi ad inizio ottobre. Il responso della giuria tecnica andrà ad assegnare il premio alle migliori Romagna Albana DOCG di tipologia secco. Il pubblico verrà chiamato ad assaggiare e votare i vini finalisti per designare “L’Indigeno del Cuore – premio Valter Dal Pane” a miglior vino da uve Albana di tipologia secco.
I Romagna Albana DOCG Secco finalisti sono (in rigoroso ordine alfabetico): Codronchio 2019 della Fattoria Monticino Rosso di Imola, Coronilla 2020 di Bulzaga di Brisighella, Madonna dei Fiori 2020 di Marta Valpiani di Castrocaro Terme, Tantalilli 2019 della Cantina Tozzi di Casola Valsenio, Valleripa 2020 di Tenuta Casali di Mercato Saraceno, Vigna Rocca e Vitalba entrambi del 2020 ed entrambi di Tre Monti.
Come nell’edizione 2020, si replica il coinvolgimento diretto dei ristoranti, essendo l’abbinamento cibo-vino un connubio imprescindibile per la valorizzazione delle nostre eccellenze. Le sette Albane finaliste del concorso saranno quindi anche all’interno dei ristoranti che aderiranno all’iniziativa, con i clienti dei locali chiamati ad esprimere in un bel gioco enogastronomico le proprie preferenze, che si sommeranno ai giudizi raccolti nelle piazze in vista della classifica finale.
Questi appuntamenti annuali sono l’occasione per il Consorzio Vini di Romagna per fare il punto sul vitigno più identitario della Romagna, nell’intento di diffonderne la cultura affermandone la straordinarietà e il carattere distintivo, nella ricchezza d’interpretazioni dei produttori romagnoli.