È sempre un’esperienza forte quella di sentire una storia, letta solo sui giornali, dalla voce di chi l’ha direttamente vissuta.
È quello che è accaduto stamattina alla Scuola “Varoli”, che ha affrontato una tematica tanto importante quanto attuale: la difesa della legalità. L’Aula Magna dell’I.C. “Don Stefano Casadio” ha avuto il privilegio di ospitare Margherita Asta che, con il toccante racconto della vicenda che ha coinvolto la sua famiglia, annientata per errore nell’attentato mafioso di Pizzolungo del 2 aprile 1985, ha parlato ai ragazzi come solo chi conosce e difende il valore della memoria può fare. Margherita, che quel giorno aveva solo dieci anni, ha perso in un solo momento la mamma Barbara e i due fratellini Salvatore e Giuseppe, che erano nell’auto che fece scudo a quella del giudice Carlo Palermo, vero destinatario dell’esplosione al tritolo, azionata a distanza con un telecomando. Margherita ha saputo reagire a questa grave perdita mossa dal forte desiderio di conoscere la verità e, attraverso l’impegno con l’associazione “Libera”, è riuscita a convivere con il dolore e a dare un senso a quella sofferenza. Ha spiegato ai ragazzi l’importanza di conoscere ciò che succede e di farsi delle domande sulla realtà per contribuire con le proprie scelte a scardinare quel sistema che a lei, come a tutte le vittime della mafia, ha portato via i sogni. Le parole di Margherita Asta hanno innescato un ricco e vivace dialogo che ha coinvolto i ragazzi in una lezione alternativa di educazione civica. “È proprio la scuola che può fornir loro gli strumenti per combattere gli atteggiamenti omertosi frequenti anche nella nostra quotidianità e per difendere la legalità, che deve essere la forza del nostro stare insieme”.
“Anche Enza Rando, vicepresidente di Libera, di origine siciliana, presente all’incontro, ci ha raccontato quanto ha lottato perché nel suo paese natale fosse garantito ai ragazzi il diritto allo studio. Come amministratrice della sua città ha dovuto affrontare e superare grandi ostacoli perché gli edifici scolastici in disuso venissero finalmente riutilizzati per fornire agli studenti un’offerta formativa regolare. Anche dalla sua esperienza abbiamo capito quanto sia importante l’istruzione nella lotta alla mafia.
Ciò che ci ha lasciato questa giornata è una lezione di vita: ognuno di noi può dare un proprio contributo, non dobbiamo giraci dall’altra parte, ma imparare a leggere e ad affrontare la realtà con coscienza critica e spirito civico.
La scuola ringrazia così il Comune di Cotignola, il Sindaco Piovaccari e l’assessore Nannini, per la bella opportunità offerta ai ragazzi con l’incontro di oggi, che va ad integrare perfettamente il lavoro già svolto: da anni, infatti, la Scuola aderisce al Progetto “Liberi dalle Mafie”, curato dagli esperti dell’Ass. Pereira e finanziato dall’Unione dei Comuni della Bassa Romagna”.