“I recenti annunci di aumento dei costi del gas naturale e degli idrocarburi hanno preoccupato gli italiani, ma una volta di più rilanciano l’importanza dello sfruttamento delle nostre risorse sottomarine, che già i Paesi prospicienti sull’altro lato dell’Adriatico sfruttano e ci rivendono” afferma Viva Ravenna, lista civica a sostegno della candidatura a sindaco di Filippo Donati.
“L’associazione dei contrattisti dell’Offshore ROCA, nata a Ravenna e organizzatrice dello Offshore Mediterranean Conference, sottolinea da tempo l’incongruenza tutta italiana della grande cultura e tradizione industriale nell’offshore delle nostre ditte ravennati, che però per blocco pregiudiziale ‘ambientalista’ non possono attivare nei nostri mari e coste le loro capacità. Sta per svolgersi la edizione di OMC, che alla valenza industriale ed economica delle ditte ravennati, pioniere dell’estrazione di idrocarburi, unisce quella turistica, svolgendo un ruolo di vetrina delle nostra accoglienza e professionalità” prosegue Viva Ravenna.
“L’edizione 2021 è annunciata appunto con contenuti scientifici (aspetto della manifestazione ravennate particolarmente apprezzato dagli addetti ai lavori) spostati massicciamente sulla transizione alle energie ‘green’, che non si potranno realizzare senza l’apporto ancora per molti anni delle tecnologie tradizionali, rese sempre più sicure e avanzate dall’evoluzione del settore. Nella recente visita a Ravenna della leader di Fratelli d’Italia on, Giorgia Meloni abbiamo ascoltato con soddisfazione le sue parole per il rilancio dell’istituzione del Ministero del Mare, già caldeggiato dai Propeller club italiani , tra i quali quello di Ravenna è il secondo nazionale per numero di soci dopo Genova” prosegue Viva Ravenna.
“Guardiamo con preoccupazione alla frizione che si aprirebbe in caso di governo della città tra Repubblicani (tradizionalmente sostenitori dell’offshore ravennate) e una componente grillina sorda e contraria allo sviluppo tecnologico, alla convenienza (e maggior indipendenza energetica possibile) dell’Italia da altri Paesi, impossibilitata oggi a mettere in campo le sue risorse e la sua (invidiata) tradizione e cultura industriale” conclude Viva Ravenna.