Una giornata densa di attività, quella che si è svolta l’11 settembre a Castel Bolognese, dove il protagonista indiscusso è stato lo sport. Sport in Unione, organizzato dall’Unione della Romagna Faentina, dal comune di Castel Bolognese e dagli enti CSEN, UISP, CSI e ADMO, ha permesso di provare le attività sportive in vista dell’anno che sta per iniziare.

Tantissime le presenze delle associazioni e del pubblico, alla zona sportiva intitolata a Edmondo Fabbri, castellano illustre e sportivo di fama internazionale. Già giocatore di Inter e Sampdoria negli anni ’50 e allenatore fino al 1981, con un picco di rilevanza come commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio fino ai mondiali del 1966 in Inghilterra, la storia di Fabbri è stata oggetto di moltissime analisi, in molti casi anche non amichevoli.

In occasione dei 100 anni dalla nascita di Mundì, l’amministrazione comunale ha deciso di organizzare alcune iniziative culturali, inserite all’interno di Sport in Unione, proprio per celebrare Fabbri e consolidarne la conoscenza della storia che lo ha portato dal prato della Filippina dove oggi i bambini giocano e i ragazzi organizzano la festa della birra e arrivato al Piccolo Brasile di Mantova e poi su, ai vertici del calcio mondiale insieme a Mazzola e Rivera, tra gli altri.

È stata quindi un’occasione importante per raccontare tutta la storia che Tiziano Zaccaria ha raccolto in un libro “Oltre la Corea. Vita e calcio di Edmondo Fabbri”, e che poi ha raccontato insieme a Roberto Fabbri, figlio di Edmondo, e ad Andrea Soglia, storico castellano.

Tassello importante della giornata è stata anche l’inaugurazione del grande murales che l’artista Chekos ha realizzato sulla tribuna del campo T. Bolognini. L’amministrazione comunale aveva chiesto all’artista un tributo a Edmondo Fabbri, uno scorcio che raccontasse un calcio di mezzo secolo fa.
L’omaggio che Chekos ha realizzato sulla tribuna e sui muri esterni del campo lascia a bocca aperta: Edmondo Fabbri ci fissa, tiene il pallone sotto al piede…sembra quasi che stia per darci le indicazioni per lanciare un attaccante oppure passare la palla al centro e ricominciare dall’inizio l’azione. I colori di Castel Bolognese, il contesto, il calcio giocato per strada, prima ancora che sui campi.

La partecipazione di Marino Bartoletti, giornalista tra i più importanti sulla carta stampata e sui più importanti programmi sportivi televisivi, sia durante l’inaugurazione che durante l’intervista moderata da Stefano Martini, ha reso il giusto merito all’importanza dello sport nella formazione dell’individuo, nell’interscambio di esperienze, nella socializzazione, in una migliore società di domani.

“Ricominciare è la parola che l’amministrazione ha scelto parlando dell’opera di Checkos, è la parola che vuole mantenere in primo piano perché fondamentale per l’associazionismo che dopo un anno e mezzo di sacrifici si ritrova nelle piazze e sui campi, sui parquet, è fondamentale per lo sport, per la cultura e per l’arte perché ci aspetta un periodo storico in cui dobbiamo ricostruire le basi che sono andate distrutte da una pandemia che ha lasciato segni importanti sulla voglia di stare in mezzo al mondo, insieme, e sulla voglia di conoscerlo…ricominciare è importante per fiorire dentro”.