Comitato Emilia Romagna Scuola in Presenza denuncia vessazioni e soprusi nei confronti di studenti a scuola e scrive al Dirigente scolastico.
“Gentile Dirigente Scolastico,
oggi è stato il primo giorno di scuola per gli studenti emiliano-romagnoli che sono stati fra i più penalizzati e sacrificati dalla pandemia poiché, nonostante i dati abbiano dimostrato che le scuole sono fra i luoghi più sicuri, gli studenti delle superiori hanno potuto frequentare in due anni appena 72 giorni in presenza.
Nonostante ciò, in molte scuole le vessazioni e di soprusi nei confronti degli studenti continuano, così questa mattina in diversi istituti superiori e medie della regione sono stati segnalati episodi durante i quali gli insegnanti in classe hanno chiesto agli studenti: chi avesse il green pass, chi fosse vaccinato e dai non vaccinati, identificati per alzata di mano, è stato addirittura chiesto, in alcuni casi,il motivo per cui non si volessero vaccinare ovvero se fosse dipeso da timori personali, da volontà della famiglia o altro.
La suindicata condotta rappresenta una gravissima violazione della privacy nei confronti di alunni minorenni che dovrebbero essere protetti dalla Scuola e non esposti al “pubblico ludibrio”.
Tali domande personali e non attinenti al programma di studio, rischiano di incrinare la serenità dell’ambiente scolastico ed i rapporti fra compagni, nonché di creare situazioni di bullismo, fomentato proprio dalla Scuola,che rappresenta l’Istituzione suprema che,non solo dovrebbe evitare e condannare tali soprusi,ma che dovrebbe spendersi per educare all’inclusione e all’accoglienza affinché la comunità scolastica tutta sia inclusiva ed accogliente.
Con la presente si invia anche formale segnalazione al Garante per la Privacy e dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza per l’adozione degli eventuali provvedimenti necessari, auspicando che simili episodi non si ripetano mai più nei confronti di nessun bambino/ragazzino, anche se in alcuni casi oramai il danno è stato fatto.
Tale negligenza e mancanza di rispetto nei confronti dei minori è ancor più grave proprio perché attuata da insegnanti nei confronti di bambini e ragazzini che, in quanto tali, non possono neppure difendersi da soli e spesso non hanno la forza, né la prontezza di far valere i propri diritti nei confronti degli adulti in situazioni di criticità.
La Rete Nazionale per la Scuola in Presenza aveva inviato nei giorni scorsi un appello accorato ad evitare qualsiasi discriminazione nei confronti dei bambini/ragazzi, ma tale invito è stato, in numerosi casi, ignorato e disatteso.Oggi però si auspica che, consideratala gravità dell’accaduto, vengano adottati tutti i provvedimenti necessari affinché simili abusi nei confronti degli studenti non si ripetano mai più.”
Comitati Emilia-Romagna aderenti alla Rete Nazionale Scuola in Presenza