“Non possiamo che essere felici che Alberto Ancarani e chi tra le sue fila ha l’obiettivo di essere una delle voci della comunità LGBTQ+ aderisca all’idea di città inclusiva e che si oppone alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, di genere che il Partito Democratico promuove da sempre e che oggi promuove con rinnovato impulso grazie al DDL ZAN.
Proprio per questo mi chiedo perché polemizzare?
La lotta alle discriminazioni deve essere trasversale a tutte le forze politiche e certamente opporsi alla destra italiana sovranista e oscurantista che tanto va d’accordo con paesi come l’Ungheria e la Polonia che hanno ristretto gli spazi dei diritti di donne e comunità LGBTQ+.
La legge Zan è innanzitutto la base di un cambio culturale necessario che deve partire dalle scuole e dal lavoro delle associazioni, delle realtà culturali e civiche che su questi temi lavorano al fianco dell’amministrazione per promuovere una cultura inclusiva.
Abbiamo poi recentemente partecipato al bando ministeriale per ricevere le risorse necessarie per aprire uno sportello di accoglienza e ascolto per le vittime di bullismo e discriminazioni di genere promosso dall’Osservatorio nazionale per la sicurezza contro gli atti discriminatori.
Così come sono contenta di leggere che ci troviamo in accordo sulla necessità di coinvolgere le scuole sul fronte dell’educazione di genere, all’affettività e al contrasto agli stereotipi.
Quindi anche qui sul piano operativo e concreto ci troviamo perfettamente d’accordo.
I diritti non hanno certamente colore, ma hanno bisogno di prese di posizione chiare e nette.
Ostacolare l’approvazione del ddl Zan è chiaramente un approccio incomprensibile perché la necessità di rafforzare gli strumenti normativi che ci aiutano a contrastare i crimini d’odio e la violenza che ancora per le strade delle nostre città minaccia le persone sulla base del loro orientamento sessuale o identità di genere.”