Impresa audace quella di Sergei Polunin, che si ispira alla Commedia per un viaggio iniziatico a passo di danza, in scena dall’1 al 5 settembre al Teatro Alighieri, sempre alle 21, nell’ambito della Trilogia d’Autunno di Ravenna Festival. Dante Metànoia – la seconda parola del titolo, dal greco, sta per conversione totale – è un affresco visionario, una storia di redenzione dai propri demoni. Commissionato dal Festival come parte della dedica d’amore al Poeta che ne ha caratterizzato la XXXII edizione, questo percorso in tre parti è stato composto a più mani in collaborazione con coreografi amici come Ross Freddie Ray (Inferno) e Jiří Bubeníček (Paradiso). Polunin ha invece affrontato la Cantica del Purgatorio: “Ho scelto una via di mezzo perché credo di essere proprio in questa fase della mia vita”. Da ex tenebroso bad boy del balletto a luminosa étoile, il danzatore ucraino intraprende così un pellegrinaggio interiore alla riscoperta di quella favilla che “gran fiamma seconda”, genera la scintilla creativa con cui illuminare il mondo. Lo spettacolo è possibile grazie al sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
“Vi porterò con me nel mio viaggio dall’Inferno al Paradiso, poco importa quanto sia battuto il sentiero: ognuno percorre un cammino che nessun altro ha mai attraversato prima”, scrive Polunin. Metànoia in ambito teologico indica la conversione, quella di cui possono fare esperienza anche i più grandi peccatori, chi non ha mai seguito un percorso spirituale o ha perduto la propria fede lungo il cammino. Nella psicologia junghiana lo stesso termine indica invece l’autoguarigione spontanea dell’anima, il raggiungimento di un equilibrio attraverso la crisi. Questa triplice coreografia è la metànoia di Sergei Polunin, un viaggio in cui ha Dante per guida e compagno: il poeta e l’étoile, ribelli e apolidi in cerca di una casa perduta, entrambi lacerati da crisi personali, si immergono in se stessi alla ricerca di significato e di amore, scoprendo il proprio personale paradiso attraverso l’arte e la creatività. Dante Metànoia è quindi anche una storia di trasfigurazione di colui che cade e si rialza, ispirando anche gli altri al cambiamento: Polunin rielabora in danza il periodo di crisi personale che lo ha portato oggi a una profonda trasformazione come danzatore e come uomo.
Corale l’allestimento, a cui oltre ai due coreografi citati partecipano tre musicisti e tre video designer con uno scenario cangiante per le tre diverse cantiche. Polunin, protagonista assoluto in scena, partirà dall’Inferno immaginato da Ross Freddie Ray, suo amico dai tempi della formazione al Royal Ballet e già autore per Polunin e Johan Kobborg dell’introspettivo Fraudulent Smile. “Ho sempre amato molto la trama della Commedia che ho letto all’età di sedici anni – spiega Freddie Ray – e il mio scopo in questa rilettura è mostrare l’emozione, la passione e la paura che caratterizzano il poema unendo passi di danza classica a movimenti neoclassici e recitativi”. Un approccio quasi cinematografico sarà proposto in parallelo da Yan Yanko, video designer che immagina un “inferno pieno di vita, che spaventa non per il suo aspetto ma per il suo contenuto emotivo” sulle musiche di Miroslav Bako.
Una continua oscillazione tra “il ricordo delle cose passate e di quelle che verranno, dalle ombre dell’Inferno e dei suoi spiriti fino alle luci brillanti e celesti del Paradiso” è lo scenario allestito da Marcella Grimaux per accompagnare i passi di Polunin nel Purgatorio, mentre il compositore Gregory Revert ha scritto un pezzo per otto archi e quattro flauti che “facesse immergere in un posto nel quale il tempo ti passa accanto e tutto intorno è surreale”.
E infine l’approdo al Paradiso concepito dal praghese Jiří Bubeníček – già principal dell’Hamburg Ballet di John Neumeier e oggi coreografo di successo la cui eclettica ispirazione l’ha portato a misurarsi con Il dottor Zivago, Metropolis, Cenerentola, Carmen – che trasporta interprete e pubblico in un non-luogo dove “tempo e spazio perdono il loro valore, l’anima è finalmente libera”. Come spesso accade per le creazioni di Jiří, sarà il gemello Otto a curare il set design, mentre le musiche sono di Kirill Richter, interprete di un “Paradiso fatto di vetro e metallo, un luogo extraterrestre indifferente all’essere umano”, dove l’orchestrazione include anche strumenti in vetro e percussioni in metallo. Richter siede al pianoforte, come Kemal Gekic; la parte musicale si arricchisce anche della voce di Andjela Ninkovic, mentre firma le luci Konstantin Binkin.
Dante Metànoia è la prima tappa della Trilogia d’Autunno che corona la XXXII edizione di Ravenna Festival, un viaggio che non può che concludersi nel segno di Dante. Attraverso i linguaggi della danza, della musica e della poesia, la nuova Trilogia esplora luci e ombre dell’animo umano. Dopo l’appuntamento con Sergei Polunin, il Teatro Alighieri accoglierà altri due debutti: Faust rapsodia (1-3 ottobre) è una visionaria produzione che unisce testi di Goethe e musiche di Robert Schumann nell’adattamento drammaturgico e musicale di Luca Micheletti e Antonio Greco; ad Elio Germano saranno invece affidati i luminosissimi endecasillabi danteschi per Paradiso XXXIII (11-13 ottobre), un lavoro concepito con il compositore Teho Teardo e la regia di Simone Ferrari e Lulu Helbaek.