Verrà presentata alle 18 di mercoledì 1 settembre, presso l’ex convento di San Francesco a Bagnacavallo, l’ultima tappa di Dante esule – Percorso contemporaneo, progetto e fotografie di Giampiero Corelli: il centro storico della città ospiterà l’installazione fotografica Il lungo viaggio – «L’essilio che m’è dato onor mi tegno» con grandi manifesti affissi nelle vie Mazzini, Farini e Garibaldi nei pressi di Porta Pieve.
Le immagini esposte ripercorrono le tappe del progetto ideato dal fotoreporter ravennate Giampiero Corelli nel 2015, che ha “imbevuto” la parola esilio nelle acque della quotidianità, degli esili e degli esiliati del mondo moderno. La presentazione sarà seguita da una visita itinerante nei luoghi della mostra. Interverranno, accanto a Corelli, una rappresentanza dell’Amministrazione comunale e Domenico De Martino, direttore artistico del Festival Dante 2021. «Le tante e variatissime immagini, delle quali viene ora riproposta una significativa selezione – anticipa Domenico de Martino – hanno via via raccontato, illuminato e dilatato, come in un grande emozionante affresco, il concetto di esule facendo “precipitare” l’eredità dantesca nella realtà del nostro tempo: negli esuli di oggi e nel nostro essere esuli comunque, nel grande e misterioso viaggio della vita. Emerge alla fine un caldo – e anche gioioso – invito, pienamente nello spirito di Dante, all’umiltà e alla consapevolezza. E alla poesia.»
Dante esule – Il lungo viaggio fa parte del programma della summer school La Piazza Universale, promossa dal Comune di Bagnacavallo e guidata da un comitato scientifico presieduto dal professor Carlo Ossola, presidente del Comitato nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Il progetto rientra inoltre nel programma Viva Dante 1321 – 2021 del Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura.
Il viaggio fotografico di quest’anno di Dante esule è partito da un movimento all’indietro: un ritorno nei luoghi danteschi già attraversati in passato, nelle piazze delle città di Ravenna, Firenze, Verona, Mantova e Trento, intorno alle sagome dei monumenti al Sommo Poeta, ritrovate questa volta solitarie e silenti, immerse nei “vuoti” della pandemia: segni narranti di un tempo sospeso, esiliato a se stesso.
Per quanto riguarda il progetto nella sua interezza, attraverso una singolare lettura della Commedia, Dante esule – Percorso contemporaneo ha intessuto nel corso delle sue sette edizioni tessere che hanno raccontato i volti dei migranti, ma anche, e ben prima del clamore mediatico, il “laboratorio” di Riace. È passato attraverso una “versione” ecologica del concetto di esilio, quindi ha rivolto l’attenzione al tragico tema dei femminicidi, e poi agli “esuli” per scelta andati a scovare nei territori danteschi della Romagna, infine a quella forma particolare di ritiro sociale degli adolescenti di oggi, indicati con la parola giapponese Hikikomori. È stato anche un viaggio fisico, un attraversare luoghi e geografie diverse. Da Ravenna alla Calabria, dalla Toscana alla Campania, dal Trentino all’Umbria, dal Veneto alla Sicilia.