Il 21 aprile 2021, una madre di famiglia ha scritto una missiva, sintetizzata come segue, al “sindaco di Ravenna e all’assessore con delega alla pubblica istruzione e infanzia”.
“Sono mamma di una bambina che frequenta la seconda sezione della scuola per l’infanzia di Madonna dell’Albero. Troverete tra gli allegati 19 fotografie da me scattate sulla condizione in cui versa l’area esterna al fabbricato: terreno secco, assenza di erba e varie buche. Queste creano frequenti dislivelli, che nei giorni piovosi si riempiono di acqua e poi di fango, rendendo l’area difficilmente praticabile per i giorni seguenti, specie in inverno, oltre che pericolosa per la frequente sconnessione del terreno. Da anni non vengono svolti interventi consistenti di manutenzione del giardino esterno, col risultato purtroppo evidente. L’unico intervento pare essere la semina di erba, ma, essendoci un problema di esposizione alla luce solare, il risultato è pressoché nullo. La buca più profonda è proprio davanti al cancello, dove c’è anche il cartello: ‘passaggio con bambini’.
In un anno come questo, è stata in varie occasioni ricordata a noi genitori la scelta didattica adottata anche nel nostro Comune che punta il più possibile sull’insegnamento all’aria aperta. Certamente la nostra scuolina, attagliandosi ad una piccola realtà di paese, è più semplice e modesta rispetto ad alcuni grandi plessi cittadini di ultima generazione. I nostri bambini hanno però le medesime esigenze degli altri e dovrebbero godere degli stessi diritti, spazi di gioco compresi, fondamentali per il loro sviluppo educativo e sociale nel primo arco di vita.
Esprimo ora i quesiti che pongo al riguardo. Il Comune non riesce proprio ad interessarsi e ad intervenire in maniera consistente e duratura rispetto alla manutenzione dell’area esterna della nostra scuola materna, ad esempio piastrellando l’intera area dell’ingresso, comunque non ampia, coi materiali appositi presenti in varie aree gioco dei parchi di città? Quantomeno non potrebbe riempire le buche di terra, dato che nei mesi invernali gli operatori della scuola si trovano costretti a chiudere le buche piene di fango con cartone di scatoloni? In caso di impossibilità, sapreste indicare percorsi possibili che noi genitori potremmo seguire per collaborare nell’opera? Ad esempio, sarebbe possibile tentare una raccolta fondi coinvolgendo anche i negozi della zona a questo scopo. Probabilmente, essendo una piccola realtà di paese, si troverebbero anche varie persone disponibili, a titolo di volontariato, ad impiegarsi attivamente nel miglioramento dell’area esterna. Qui a San Bartolo ne abbiamo un ottimo esempio nella gestione del parco pubblico”.
L’EDUCAZIONE ALL’APERTO
Non avendo ricevuta risposta, la mamma che aveva scritto la lettera l’ha girata a Lista per Ravenna, che, trascorsi oltre tre mesi, risponde inoltrando al sindaco la presente interrogazione.
Crediamo che la situazione esposta debba essere rimediata. Nel “Progetto Pedagogico dei Servizi per l’Infanzia 0-6 anni del Comune di Ravenna”, risalente al 1919, prima della pandemia, sono stati affermati i principi dell’educazione all’aperto, outdoor educational, che privilegiano gli ambienti esterni come contesti rilevanti, e per vari aspetti preferibili, di apprendimento, in linea coi più avanzati studi e modelli pedagogici dei paesi nordici d’Europa. Per favorire il lavoro delicato degli insegnanti ed il benessere dei bambini durante l’attività ludica anche gli ambienti all’aperto dovrebbero dunque essere adeguati, tenendo presente che i piccoli plessi scolastici creano spesso un ambiente più familiare ed accogliente per i bambini, consentendo di ridurre l’affollamento delle scuole centrali nelle cosiddette “classi pollaio”.
- Anche la semplice denuncia di una mamma deve essere dunque accolta, in primo luogo disponendo che sia svolta dai servizi ordinari del Comune, con frequenza costante e duratura, una manutenzione ordinaria che assicuri agibilità, sicurezza e cura degli spazi aperti interni alla propria scuola dell’infanzia di Madonna dell’Albero. Niente più di quanto farebbe un buon padre di famiglia nella propria casa.
- In alternativa, attivare il “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura dei beni comuni urbani”, che può essere facilmente applicando seguendo le seguenti sue direttive: dar corso, con l’impegno diretto del dirigente comunale dell’edilizia pubblica, ad una collaborazione con cittadini volontari disposti a svolgere, spontaneamente e a titolo gratuito, le attività di cura degli spazi esterni di tale scuola; fornire a loro, in comodato d’uso, i dispositivi di protezione individuale necessari, nonché i beni strumentali ed i materiali di consumo indispensabili; affiancare i dipendenti comunali ai cittadini nella progettazione e realizzazione dell’opera; concorrere alla copertura dei costi sostenuti, riconoscendo contributi di carattere finanziario se preordinati e non affrontabili con sostegni in natura.
Non essendo serio lasciare le cose come stanno, dica ora il sindaco quale delle due strade indicate ritiene debba essere praticata.