Dopo i due sondaggi effettuati nel giugno e settembre dello scorso anno sui fatturati e sulle aspettative delle aziende in piena pandemia, l’Ufficio Studi Confcommercio Ravenna ha nuovamente interpellato 120 attività del centro storico, del forese e dei lidi per fare il punto sulla “Ripartenza si o no, dopo un anno e mezzo di pandemia”.
In sintesi, dal sondaggio emerge che le aziende non prevedono variazioni significative rispetto alla situazione attuale, che i dipendenti non subiranno diminuzioni, che i ristori sono arrivati ma in misura parziale, che c’è un certo ottimismo su quando il giro d’affari tornerà al livello del 2019.
Nelle tabelle che seguono sono riportati i risultati.
Alla prima domanda ‘Che tipo di scenario le si prospetta nella parte restante di quest’anno?” per il 61,7% non prevede variazioni rispetto alla situazione attuale, per il 26,5% prevede un aumento del giro d’affari, mentre per il 12,8% ritiene che l’attività sia a rischio chiusura.
Alla domanda ‘Come prevede che varierà il numero dei suoi collaboratori/dipendenti nella parte restante di quest’anno?, la grande maggioranza, pari all’87,2% dichiara che rimarrà lo stesso, il 12,8% che diminuirà, nessuno prevede di aumentare il personale.
Alla terza domanda ‘Fino ad oggi, a fronte di cali di fatturato, ha ottenuto i ristori/indenni previsti dai vari decreti legge?’, quasi la metà, pari al 47,8% ha confermato di averli ottenuti, ma in misura parziale, per il 32,6% di averli ottenuti, il 19,6% invece dice di non averli avuti.
Alla quarta domanda ‘A quanto ammontano i contributi a fondo perduto ricevuti nel corso del 2020/2021? il 70,3% dichiara di aver ricevuto fino a 10 mila euro, il 24,3% dai 10 ai 20 mila euro, il 5,4% oltre i 20 mila euro.
Infine, abbiamo chiesto ‘In una situazione da ‘zona bianca’ quando pensa che il suo giro d’affari tornerà al livello del 2019?, il campione si è totalmente diviso: per il 28,3% si tornerà alla normalità nel 2022, per il 26,1% nel 2023, per il 23,9% nel 2024 e oltre, per il 21,7% entro il 2021.
“Dal sondaggio emerge un dato positivo – sottolinea Mauro Mambelli, Presidente Confcommercio Ravenna – e cioè che la maggioranza delle aziende non prevedono di diminuire il numero dei dipendenti, segnale che l’aspettativa è per un miglioramento della situazione, anche se con tempi dilatati. Un dato in chiaro/scuro è quello dei ristori/indennizzi, anche perché in molti si aspettavano maggiori risorse.
Mi soffermo sui risultati dell’ultima domanda: a fronte di quasi il 24% che pensa di ritornare dopo il 2024 e oltre al giro d’affari del 2019, oltre il 54% degli intervistati potrebbe tornare allo stesso giro d’affari tra il 2022 e il 2023, e questo è un dato incoraggiante perché recuperare quanto si è perso nel 2020 (consumi crollati per 2 mila euro a testa e nella sola provincia di Ravenna sono stati bruciati oltre 700 milioni di euro di consumi) non è così semplice e immediato.
D’altra parte un calo dei consumi nel 2020 di tali proporzioni non si era mai registrato dal dopoguerra; la stessa Istat ha poi confermato che il settore terziario è stato quello maggiormente colpito dalla pandemia.
E’ quindi di buon auspicio per la prima volta vedere una vera e stabile ripartenza. Tutto è ovviamente legato al buon esito delle misure sanitarie e alla campagna vaccinale ma non c’è dubbio che i risultati fin qui raggiunti stiano ridando fiducia al sistema imprenditoriale”.