In particolare nell’Istituto Oncologico Romagnolo i giovani che verranno selezionati collaboreranno coi volontari e operatori del servizio trasporto, iniziativa fondamentale di cui solo nel 2020, nonostante il lockdown, hanno usufruito 76 pazienti della provincia di Ravenna, per un totale di 1088 viaggi presso gli ospedali e ritorno, equivalenti a quasi 75 mila chilometri percorsi. Ma non sarà solo l’accompagnamento a beneficiare dell’entusiasmo delle nuove risorse: i ragazzi saranno chiamati a far la differenza anche nell’ambito del “Progetto Margherita”, con cui lo IOR si impegna a donare parrucche oncologiche alle donne sottoposte a chemioterapia; “La Forza e il Sorriso”, laboratorio di make-up per le pazienti che affrontano gli effetti avversi dei trattamenti; “Avrò Cura di Te”, servizio di sostegno, compagnia e ascolto a distanza. Ultimo ma non ultimo, le nuove risorse saranno impiegate a veicolare messaggi di prevenzione, benessere e salute all’interno delle scuole, al fine di sensibilizzare gli alunni sull’importanza di comportamenti consapevoli per minimizzare il più possibile il rischio di sviluppare neoplasie in futuro.
Come detto in precedenza il percorso di Servizio Civile Regionale all’interno dell’Istituto Oncologico Romagnolo rappresenta non solo un modo per fare la differenza aiutando chi soffre, ma anche un’opportunità di crescita personale e lavorativa: sono molti infatti i professionisti che hanno iniziato la propria carriera all’interno dello IOR proprio approfittando di questa opportunità. «All’inizio avevo molta paura di non essere all’altezza dei compiti che mi sono stati affidati ma soprattutto del rapporto coi pazienti – spiega Martina, 21 anni, oggi impegnata in attività di segreteria e front office presso la sede di Forlì – il timore principale era quello di poter dire qualcosa di sbagliato, dando informazioni non corrette o esprimendo pensieri che potessero ferire persone già fragili. Ma con l’aiuto dei miei colleghi e dei volontari sono riuscita ad acquisire sempre maggiore sicurezza: credevo che il tumore creasse maggiore distanza tra persone sane e persone malate, ma in realtà è una differenza che non si percepisce. Rispetto a quando ho iniziato nel 2019 mi sento molto cresciuta sia a livello professionale che umano: stare a contatto con le persone mi ha aiutato a sconfiggere la mia timidezza. Quando dico ai miei coetanei che ho fatto Servizio Civile allo IOR mi chiedono spesso come faccia ad essere così forte da affrontare le situazioni delicate che possono capitare: in realtà è un percorso meraviglioso che consiglierei a tutti».
Mancano pochi giorni per seguire l’esempio di Martina: tutti i giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni hanno tempo di candidarsi fino al 18 luglio sul sito di ASSIPROV, all’indirizzo www.assiprov.it.