Subito dopo l’Inno di Mameli, il 25 aprile va intonata ‘Bella Ciao’, riconoscendone così il “carattere istituzionale”. L’idea è targata Pd, Iv e LeU ed è racchiusa in una proposta di legge a prima firma del deputato Dem Gian Mario Fragomeli.
Presentata alla Camera lo scorso 21 aprile, non ha ancora avviato il suo iter in Parlamento dove occorrerà allargare i consensi per puntare al via libera.
Il testo di legge è di poche righe e parte dal presupposto che Bella Ciao sia “un’espressione popolare” che rappresenti “valori fondanti” della Repubblica. Ragion per cui le spetta un posto d’onore: in occasione della Festa di Liberazione dal nazifascismo dovrà essere cantata immediatamente dopo l’inno nazionale. Per motivare meglio le ragioni di una tale richiesta, i deputati nell’introduzione al testo ripercorrono la storia della canzone cercando di costruire una carta d’identità politicamente neutrale: “Possiamo affermare con certezza – scrivono – che ‘Bella ciao’ non è espressione di una singola parte politica, ma che, al contrario, tutte le forze politiche democratiche possono ugualmente riconoscersi negli ideali universali ai quali si ispira la canzone”.
E per avvalorare la tesi, ricordano vari episodi: genesi e diffusione del testo sono “avvenuti in più fasi” e “la forma definitiva che tutti conosciamo compare diversi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale”. Mentre la melodia “può essere fatta risalire a ben prima del XX secolo, e si perde tra i canti della tradizione popolare slava”. Ma non basta. Sulle note di Bella Ciao si chiuse anche il congresso della Dc nel 1976 che elesse segretario Benigno Zaccagnini. A dimostrazione, osservano Pd, Iv e LeU, che si tratta di una canzone che difende “i valori della democrazia contro ogni forma di prevaricazione”. Intonata ancora oggi in tutto il mondo, adesso la canzone della resistenza potrebbe assumere il rango di un inno, almeno il 25 aprile, se troverà una maggioranza a favore in Parlamento.
(ANSA)