Il Centro Culturale M. Guaducci di Zattaglia con la partecipazione del Comitato Scientifico Regionale EmiliaRomagna del CAI, la Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia- Romagna (FSRER), il Gruppo Sportivo Valsintria e la Società per gli Studi Naturalistici della Romagna ha riproposto al Comune di Casola Valsenio e all’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità-Romagna il progetto di un museo sulle cave di lapis specularis presenti nella Vena del Gesso romagnola.
Già nel 2017, congiuntamente alla Soprintendenza, era stato elaborato un progetto per realizzare il museo nell’area donata alla comunità dal mecenate Arrigo Salvaterra.
195 persone hanno firmato la proposta di museo. 15, tra aziende agricole, artigianali e commerciali si sono dichiarate a favore del progetto.
Per discutere del progetto, nell’ambito della “Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica”, il centro culturale “M.Guaducci” di Zattaglia organizza per martedì 25 maggio, alle 20.30, al museo civico di Scienze Naturali “Malmerendi”, un incontro dal titolo “Lapis Specularis – Progetto Museo e Centro Visite a Zattaglia”
“La proposta di realizzare il museo è parte di un progetto più ampio di studi, ricerche e divulgazione che da anni viene condotto dalla Soprintendenza in collaborazione con l’Università di Modena-Reggio Emilia e la Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna che vede il coinvolgimento di archeologi e speleologi spagnoli (nella regione di Castilla-La Mancha lo studio delle cave di lapis è molto avanzato) di archeologi della Soprintendenza di Agrigento e speleologi della Sicilia. Punti di riferimento istituzionali sono il Parco regionale della Vena del Gesso romagnola e il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna che hanno seguito e supportato tutte le attività.
Nel corso degli ultimi anni sono stati realizzati 4 convegni internazionali di studio sulle tematiche del lapis specularis tenuti rispettivamente a Faenza (RA) nel settembre 2013, a Cuenca (Spagna) nell’ottobre 2015, a Brisighella (RA) nel settembre 2017 e ad Agrigento nel settembre 2019. Anche il convegno sulla frequentazione antropica delle cavità naturali dell’Emilia-Romagna, svolto a Brisighella (RA) nell’ottobre 2017, è servito a collocare le cave di lapis nel più articolato ambito della frequentazione delle cavità regionali. Sono poi state edite numerose pubblicazioni nonché gli atti dei convegni: “Il vetro di pietra, lapis specularis nel mondo romano dall’estrazione all’uso” (Chiara Guarnieri, Faenza 2015) e “Geologia e archeologia del gesso. Dal lapis specularis alla scagliola” (Soprintendenza Agrigento 2019).
Particolare attenzione è poi stata posta all’attività di divulgazione. Sono stati svolti numerosi cicli di lezioni organizzate e gestite con le scuole primarie delle zone interessate, mostre e conferenze diffuse nel territorio. È poi stato realizzato un filmato con tecniche professionali (Lapis specularis, la luminosa trasparenza del gesso), un sito internet (www.lapisspecularis.it) che si affianca all’omologo sito spagnolo (www.lapisspecularis.org) che raccoglie, tra l’altro, l’intera documentazione sull’argomento fino ad ora pubblicata in Italia.
Tutto ciò giustifica la realizzazione di un museo di documentazione e visite dedicato alle cave di lapis specularis. In particolare questo museo, se realizzato, permetterà di far conoscere uno degli aspetti di maggior interesse archeologico presente nell’area del Parco. Potrà inoltre essere punto di partenza per le viste in ambiente; consentirà di far conoscere le oltre 20 cave di lapis specularis nel contesto geologico, storico e paesaggistico nel quale sono collocate con particolare riguardo al bacino del Mediterraneo. La realizzazione del Museo a Zattaglia trova inoltre una giustificazione nella vicinanza ai siti archeologici ed è anche motivata dalle capacità ricettive della zona dove è presente una diffusa una rete di ospitalità molto qualificata formata da agriturismi, B&B, alberghi, ristoranti, negozi e da aziende agricole che coltivano e promuovono prodotti di alta qualità, ben radicata nell’ambiente e in grado di accogliere i visitatori”.
Il museo, se realizzato, si integrerà nel percorso museale, realizzato dal Parco, sugli aspetti geologici, carsici e archeologici peculiari della Vena del Gesso. Questo percorso è attualmente costituito dal Museo geologico presso il palazzo Baronale a Tossignano (in fase di realizzazione), dal Museo sul Carsismo e la Speleologia nella Vena del Gesso romagnola presso la ex Casa Cantoniera di Borgo Rivola, dalla Grotta del Re Tiberio, dal Sentiero dei Cristalli, dalla cava di lapis specularis presso Ca’ Toresina, dal Sentiero degli abissi presso il Centro Visite Ca’ Carnè, dalla Grotta Tanaccia, dal Museo geologico del Monticino e dal Museo l’Uomo e il Gesso a Brisighella. Questo percorso si collega poi ad un sistema museale più ampio con i Musei Civici di Imola e il Museo di Scienze Naturali di Faenza.
Oltre a questo, verrebbe restituito ad un uso pubblico un’area ora in disuso. Sia lo spazio cortilizio che l’edificio viene concesso, dal Centro Culturale M. Guaducci di Zattaglia, in uso (comodato d’uso gratuito attraverso convenzione) all’Ente di gestione per i Parchi e Biodiversità Romagna.
“Il Parco nei suoi 15 anni di attività ha investito ingenti risorse, in particolar modo nelle piccole frazioni a ridosso della Vena del Gesso: giova qui ricordare la ristrutturazione della Casa del Fiume a Borgo Tossignano, l’acquisto e la ristrutturazione del Palazzo Baronale a Tossignano, la ristrutturazione e l’allestimento della Casa Cantoniera a Borgo Rivola, la realizzazione di strutture per visite alla Grotta del Re Tiberio, la cava di lapis presso Ca’ Toresina, la ristrutturazione e l’ampliamento del Centro Visite Carnè, la grotta Tanaccia, la sistemazione del Museo Geologico del Monticino e la sistemazione della ex cava Marana. Un investimento da parte del Parco a Zattaglia confermerebbe questa scelta a supporto delle comunità locali ubicate lungo la dorsale della Vena del Gesso”.