È necessario che gli enti preposti, Regione in primis, concretizzino il piano di trasferimento dei daini presenti nell’area della pineta di Classe e zone limitrofe spostando gli animali in ambienti di alta montagna che rappresentano il loro habitat naturale. Così Coldiretti Ravenna torna a sollecitare le istituzioni affinché si porti a compimento il piano di eradicazione non cruenta dei daini studiato appositamente “per tutelare il patrimonio naturalistico, ambientale, agricolo e faunistico del territorio nonché la pubblica sicurezza”.
Diversi gli aspetti che secondo Coldiretti Ravenna rendono necessario e non più rinviabile il trasferimento dei capi. Dai danni provocati dagli animali alle coltivazioni – “negli ultimi 3-4 anni sono state presentate annualmente fino a 10 domande di richiesta risarcimento danni da daino su colture come barbabietole da seme, grano e orticole, per un ammontate stimato in decine di migliaia di euro” -, fino al problema prevenzione: “Ad oggi infatti queste domande sono ancora pendenti e ci sono tuttora cause legali in corso per ottenere risarcimenti poiché il regolamento prevede la liquidazione dei danni patiti a fronte di interventi di prevenzione che sono praticamente impossibili su di un’area tanto estesa”.
Secondo il Direttore di Coldiretti Ravenna Assuero Zampini è evidente come sia impossibile fare prevenzione efficace contro i daini senza snaturare l’intero patrimonio ambientale rappresentato dall’area in questione: “Servirebbero chilometri e chilometri di recinzioni alte oltre 2 metri o di reti elettrificate. Oltre ai costi esorbitanti – prosegue – è palese che interventi di questo tipo, in una zona dove è presente una rete viaria importante, sia urbana che di servizio e in un’area verde fruita anche da cittadini e famiglie per passeggiate e tempo libero, metterebbero in pericolo anche l’incolumità di queste persone che si ritroverebbero circondate da impianti elettrificati con tutti i rischi del caso. Nessuno si pone il problema che bambini o persone cardiopatiche possano inavvertitamente toccare tali reti e riportare conseguenze anche molto gravi”.
I daini presenti, come riconosciuto da Regione e Ispra nel piano redatto in sinergia con la Lav e il dipartimento di veterinaria dell’Università di Bologna, sono in numero troppo elevato e tale sovraffollamento – precisa Coldiretti – crea anche seri problemi alla sicurezza stradale dei cittadini e pericolosi squilibri ai delicati ecosistemi della pineta. Lo spostamento degli animali dalla pineta ad altre aree appenniniche della regione dove l’insediamento agricolo è limitato, zone quindi più consone al daino e dove la presenza di tale ungulato si situa in un contesto di ecosistema in equilibrio, strategia peraltro già adottata con successo in altri territori italiani, è dunque indispensabile.