Vivere nell’epoca della resilienza vuol dire vivere in un mondo che non vuole cambiare, ma semplicemente adeguarsi ad una condizione che si crede momentanea per tornare a fare quello che si è sempre fatto, come se nulla fosse cambiato o nulla succederà.

Questo è il decennio chiave, soprattutto se vogliamo raggiungere gli step della decarbonizzazione previsti dal Green Deal europeo.

In quest’ottica il progetto CCS di ENI ci preoccupa, poiché rappresenta una grande pennellata di greenwashing in un momento in cui non possiamo permetterci di finanziare interventi non necessari, altamente costosi e quantomeno di dubbia efficacia.

Il progetto di cattura e stoccaggio della CO2 (CCS) dell’ENI si adatta benissimo a questa filosofia. Continuare nell’estrazione di idrocarburi, aprire nuovi giacimenti petroliferi, riattivare i giacimenti inattivi di idrocarburi, ma con una verniciata verde, di un verde petrolio.

Il CCS andrebbe a catturare solamente una parte di tutta la CO2 che ENI ha intenzione di continuare ad emettere, come dimostra il CCS attivo in Norvegia che cattura solamente l’1% delle emissioni di CO2 della raffineria a cui è affiancato.

Questa operazione di greenwashing è semplicemente ridicola.

Il progetto ENI non ha nessuna valutazione né di impatto ambientale, né di impatto occupazionale. La tecnologia è costosa ( ENI chiede 1,35 miliardi), quasi sperimentale ed è considerata l’ultima spiaggia per la decarbonizzazione. 

Per questo Ravenna Possibile si schiera dalla parte della campagna “NO CCS – Il futuro non si (s)tocca” e partecipa alla manifestazione di Mercoledì 12 Maggio, in Piazza Kennedy  alle 17.

Invitiamo tutta la popolazione a scendere in piazza insieme a noi, a partecipare collettivamente alla costruzione del futuro di questa città, di questa nazione e di questa Terra. Progetti come questi non possono non prescindere dall’informazione di tutte le parti in causa.

Chiediamo al ministro Cingolani di essere più deciso nei confronti di ENI, apprendiamo con felicità l’assenza del CCS nel PNRR, ma restiamo vigili ed attenti perché non entri dall’entrata secondaria.

Chiediamo al Sindaco de Pascale di aprire un dibattito sul progetto di ENI e  di coinvolgere la cittadinanza.

Chiediamo ai sindacati dialogo, perché la tutela dell’occupazione e la dignità dei lavoratori e della lavoratrici è la nostra priorità, la transizione ecologica non può essere pagata dai lavoratori e dalle lavoratrici.

Chiediamo trasparenza ad ENI perché il progetto CCS è oscuro quanto il petrolio che estraggono, perché le sue politiche energetiche sembrano destinate a rimanere fossili, dannosi, inquinanti.

La transizione ecologica richiede partecipazione, unitevi a noi!