Il progetto e la relativa gara d’appalto per la rimozione della Berkan B da parte dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale si sono arenati come il mercantile che doveva essere rimosso, con notevole dispendio di risorse pagate dai contribuenti italiani e ravennati.
Da più parti si erano sollevate critiche e malumori da parte di tecnici sul progetto approvato e messo a bando dall’Autorità Portuale di Ravenna. E a ben vedere si potrebbe dire.
Uno dei punti interrogativi maggiori poi, riguarda il fatto che il progetti di rimozione della Berkan B sia stato commissionato ad uno studio ravennate. Segno che l’Autorità Portuale probabilmente o non possiede le risorse interne o non ha voluto realizzare la progettazione.
E’ evidente che il progetto approvato e messo a gara con successiva aggiudicazione si configura un’operazione che avrebbe senso se il relitto fosse ubicato in mare, in un luogo dove non ci sia accesso da terra. Ma la Berkan B è una nave in ormeggiata in banchina.
Con la collaborazione di altri ingegneri del settore, a fronte dell’impasse creatasi e del contenzioso avviato dall’impresa aggiudicataria, abbiamo elaborato una proposta progettuale che risulta essere più efficiente e decisamente più economica, che cosi riassumiamo.
Innanzitutto va realizzata una palancolata attorno alla nave piantata da terra ed effettuata una sigillatura laterale tramite cortina in neoprene.
Occorre installare una pompa di drenaggio per tutta la durata del cantiere e fissata in banchina una gru da 50-70 tonnellate, alla quale, in caso di necessità, va affiancata una seconda gru.
E’, poi, indispensabile implementare un impianto per la disoleazione delle acque pompate dalla vasca che si crea attorno al relitto.
Per quanto riguarda la forza lavoro operativa, occorre l’utilizzo di 3 squadre di tagliatori che coprano anche l’intera giornata, dotati di tutta la attrezzatura necessaria torce al plasma e ovviamente fiamma ossidrica.
Il trasporto e lo smaltimento del materiale deve essere a carico della ditta che lo recupera e storna i costi dai ricavi della vendita del ferrovecchio.
Si potrebbe in questo modo spendere “solo” fino ad un massimo di 1,3 Milioni di Euro per la rimozione della Berkan B, anziché i 9 Milioni attuali, e altri 5 Milioni circa per la rimozione delle altre navi presenti.